Leggere non va più di moda
Gli studenti italiani non sono in grado di comprendere le letture sul web, a dirlo è lo studio PIRLS 2016, “Progress in International Reading Literacy Study”.
Si tratta di un’indagine internazionale promossa dall’International Association for The Evaluation of Educational Achievement (IEA). Queste ricerche hanno avuto inizio nel 2001 e sono proposte ciclicamente ogni cinque anni, con l’obiettivo di valutare l’abilità di lettura dei bambini tra i 9 e 10 anni d’età.
Nel 2016 in Italia sono stati coinvolti più di 3900 studenti, ottenendo un punteggio in lettura superiore a Germania, Francia e Spagna.
Inoltre è stato evidenziato un miglioramento degli studenti italiani nella competenza di lettura rispetto agli anni precedenti e un punteggio medio superiore alla media dei paesi UE e OCSE.
Nei risultati ottenuti dagli studenti italiani si nota un gap di genere. Il rendimento in lettura è maggiore nelle femmine. Una tendenza analoga si è verificata anche nei paesi UE e OCSE.
Grazie a questo studio è stato possibile scattare una fotografia delle librerie nelle case italiane. In media ogni famiglia ha meno di 25 libri. Un dato allarmante rispetto ai paesi EU e OCSE. A possedere più libri sono Norvegia, Svezia e Danimarca.