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I laureati scappano all’estero, solo 1 su 3 ritorna in Italia

I laureati italiani emigrano

L’Istat fornisce un quadro abbastanza desolante della situazione lavorativa dei giovani laureati. Tra i 25 e 39 anni sono emigrati circa 16 mila persone in possesso di laurea. Ne sono rientrati solo 5 mila. Si stima quindi che solo 1 su 3 ritorni in Italia. Un dato decisamente allarmante. Nel Rapporto sul benessere equo e sostenibile viene sottolineato come la situazione occupazionale sia problematica. Infatti l’italia non ha la capacità di garantire prospettive di lavoro qualificato. Una panoramica che non lascia scampo alle interpretazioni. Chi ha studiato è svantaggiato.

Chi sono questi giovani

I giovani che lasciano l’Italia, come scrive Il Sole 24 Ore, sono principalmente laureati in materie scientifiche e informatiche. Spesso sono persone dalla brillante carriera scolastica. Un ruolo chiave anche la possibilità di partecipare a progetti Erasmus all’estero. A fare d’attrattiva non sono solo i salari più alti nel resto d’Europa. Questi laureati hanno anche più probabilità di trovare mansioni qualificate. Una perdita inammissibile dunque, anche perché ad andarsene sono menti davvero brillanti. Inoltre tra chi emigra sono in aumento anche coloro che sono in possesso di un titolo di studio medio-basso (+11%) per un totale di 56 mila.

Gli stati preferiti da chi emigra

Le destinazioni preferite per emigrare sono il Regno Unito (21,6%), Germania (16,5%), Svizzera (9,9%) e Francia (9,5%). Consistenti anche le migrazioni interne al Paese. Le persone si spostano nelle regione del Centro-Nord. La mobilità ha favorito un abbandono delle regioni meridionali. Non solo italiani, ma anche gli stranieri si spostano nel nostro territorio con età media sui 30 anni. Le province più ambite sono Bologna, Rimini e Trieste. Sono stati registrati nel 2016 aumenti dell’immigrazione, + 8% rispetto al 2015. In particolare si nota la migrazione nel nostro territorio da parte di ghanesi, guineani, ivoriani e nigeriani. Decresce invece la presenza di persone provenienti dall’area asiatica. Ammontano a 115 mila le cancellazioni di cittadini italiani.