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Vanni De Luca, mentalista italiano, rivela i trucchi per ricordare ogni cosa

Vanni De Luca – Giovedì 28 dicembre 2017, si è svolta al teatro Leonardo di Milano, la prima dello spettacolo PRODIGI (in scena fino al 7 gennaio) dello straordinario mentalista pavese ventinovenne, Vanni De Luca. Scritto da Davide Calabrese che ne ha curato anche la regia, lo svolgimento è stato coadiuvato dalla presenza di Tiziano Grigioni, con musiche originali di Fabio Valdemarin, scene e costumi di Andrea Stanisci e produzione esecutiva di Fabio Vignarelli.

Spettacolo senza vallette
Lo scopo dello spettacolo è catapultare il pubblico indietro nel tempo in un epoca in cui lo show lo facevano gli esseri umani privi di tecnologie e di vallette semi nude, con la sola forza del talento e delle capacità di cui erano l’incarnazione vivente.
L’ambientazione è in stile ottocentesco a metà tra un salotto e uno studio medico. Vanni rende omaggio ai suoi maestri da cui ha ricavato ispirazione ed esempio, per sviluppare in modo incredibile, capacità mnemoniche, di calcolo e controllo del corpo, assolutamente straordinarie. Racconta così, la vita e la morte di Harry Khane e Mirin Dajo, così come delle sorelle siamesi Violet e Daisy Hilton dalle straordinarie e multiformi capacità teatrali e musicali, personaggi quasi dimenticati dalla storia, tutti fenomeni da baraccone morti nella solitudine e nella povertà che hanno saputo, però dimostrare al mondo di cosa può essere capace l’essere umano. Così come lo straordinario esempio degli idiot savant che accanto a gravi ritardi cognitivi, sviluppano abilità particolari e sopra la norma, inspiegabili dalla scienza cognitiva.

Multitasking e memoria eccezionale
Nella bella e non grandissima location del teatro Leonardo, Vanni si è dimostrato assolutamente straordinario coinvolgendo e sfidando il pubblico nelle sue performance mnemoniche (recitazione della divina commedia tutta a memoria partendo da qualsiasi punto dell’opera indicata dagli spettatori), soluzioni di complicatissimi schemi matematici e scacchistici (come il percorso del cavallo dove bendato e con le spalle alla scacchiera, riesce a chiudere tutte le posizioni sullo schema), multitasking complicatissimi (risoluzione del cubo di Rubik e contemporaneamente recitazioni a memoria della divina commedia e soluzione di sudoku), camminamento su tappeto di vetri mentre cantava e suonava, piantarsi un chiodo di 12 centimetri nel naso, recitazione e scrittura al contrario. Una memoria straordinaria, multiformi capacità che hanno lasciato di stucco tutti noi. Un cervello incredibile frutto di anni di duro lavoro giornaliero, allenamento costante, tenacia e dedizione che ne hanno fatto un artista di tutto rispetto nel panorama nazionale e internazionale, dei mentalisti. Uno spettacolo assolutamente da vedere e soprattutto necessario per comprendere quali traguardi ognuno potrebbe raggiungere se solo avesse voglia e fiducia in se stesso. Vanni è l’incarnazione vivente delle nostre potenzialità.
Sentito dal nostro giornale gli abbiamo chiesto di rivelarci i suoi segreti e un suo parere sul dilagare delle tecnologie digitali e sull’effetto che possono avere rispetto le straordinarie potenzialità della mente umana.

I trucchi per ricordare ogni cosa
Vanni si è dimostrato assolutamente disponibile e dai suoi ragionamenti sono emerse riflessioni molto interessanti. Innanzi tutto il lavoro, che è alla base di ogni risultato. Vanni lavora duramente otto ore al giorno e non necessariamente si avvale delle sue capacità per le piccole incombenze quotidiane. Utilizza tecniche di antica e solida efficacia come i loci (stanze della memoria), la conversione fonetica (numeri convertiti in lettere secondo la sequenza 1=p, 2=b, 3=c …) e altri “antichi sistemi” di tipo visivo (noi ricordiamo meglio se associamo immagini alle situazioni e alle parole) sempre validi nel tempo, che si innestano nel sistema analogico più stupefacente dell’universo: il cervello umano dotato di interconnessioni neuronali talmente numerose che superano ogni immaginazione.
Una cosa molto interessante che l’artista ha voluto evidenziare, e come l’utilizzazioni di tecniche specifiche per le singole competenze matematiche e mnemoniche, consenta lo sviluppo del cervello nel suo complesso creando una interconnessione tra le intelligenze multiple di cui siamo dotati. Il cervello può essere considerato un muscolo che si deve allenare e se non viene utilizzato doverosamente, s’inflaccidisce come quelli scheletrici. Questa considerazione non è supportata dal nostro sistema educativo che non insegna ad imparare e lascia, così ognuno di noi, in balia di una scuola demotivante. Come sia necessario sempre impostare l’apprendimento sul ragionamento critico e qualitativo e non semplicemente quantitativo. Memorizzare montagne di dati senza dargli senso, e trasformarsi in un semplice “fenomeno da baraccone”.

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Le nuove tecnologie e la mente umana
Sulle nuove tecnologie digitali Vanni si è dimostrato molto critico e scettico. Il fatto di utilizzare costantemente supporti esterni per la conservazione e l’estrazione delle informazioni, impedisce lo sviluppo delle reti neuronali deputate alla memorizzazione. Si sta sviluppando un essere umano che non riuscendo più a fare a meno dei supporti digitali, sta indebolendo le potenzialità analogiche della mente umana. Soprattutto la comunicazione a distanza, tramite i sempre più invadenti social network, impedisce l’instaurarsi di quelle qualità che ci rendono veramente umani, come l’empatia, cioè la capacità di calarsi nei panni degli altri, di viverne le emozioni e i sentimenti come fossero nostri, che sviluppa sensibilità e comprensione per i nostri simili impedendoci di mancargli di rispetto.
Ragionamenti molto corretti che dimostrano tutta l’intelligenza e sensibilità dell’artista per temi molto complessi e delicati che caratterizzano la nostra società tecnologico-digitale, alla base dell’attuale info capitalismo. Vanni è un uomo che dimostra come sviluppando tutte le nostre umanissime e incredibili potenzialità analogiche, di cui la natura ci ha equipaggiati, sia possibile contrastare gli effetti negativi che le tecnologie digitali stanno avendo sugli esseri umani: desensibilizzazione, solitudine, mancanza di concentrazione, scarsa memoria, noia, depressione e dipendenza, rendendo piacevole e divertente l’apprendimento e riconducendoci così, alla vera essenza della nostra straordinaria umanità.

Salvatore Di Leo