In una realtà sempre più virtuale anche il sesso su internet lo diventa. Internet è pieno di opportunità per incontrare persone in tutto il mondo, in maniera virtuale e gratuita si possono fare video-chiamate, condividere foto e video liberamente.
In questa realtà uomini di ogni età e donne (anche giovanissime), si conoscono e intrecciano delle relazioni occasionali, in maniera sempre più spudorata. Tutelati dal monitor del computer, dal fatto che non si prendono malattie facendo sesso a distanza, mostrano le proprie nudità in maniera libera e senza pensare alle conseguenze.
Ancora peggio, ci sono coppie che in maniera più o meno consapevole girano video dei propri rapporti sessuali. Materiale che viene poi condiviso per lo più in chat private.
Ma il sesso è seguitissimo sui social network. Pensiamo che la foto di una scena di sesso amatoriale, postata su Telegram, dopo pochi giorni arriva a contare oltre le 3.000 visualizzazioni. Queste foto ed i video sono contornati di commenti che sono un modo per umiliare le donne vittime di questo sistema di condivisione di materiale pornografico amatoriale.
Le piattaforme
In passato esistevano giornaletti e riviste dove trovare, a prezzi accessibili, foto di donne che venivano fotografate per lavoro. Cioè erano consapevoli e consenzienti di apparire nude in pose provocanti per eccitare maschi a distanza. Dai giornali e dai film hot, si è passati a sistemi amatoriali. Oggi non si vuole vedere un’attrice che simula un orgasmo, ma persone reali, che si eccitano veramente e che magari sono davanti a una webcam nella loro cameretta e si spogliano per eccitare un uomo in diretta.
Facebook non attrae un pubblico vasto, perché si è facilmente soggetti ad amministratori o a persone che possono segnalare i video, le foto e il sistema social subito blocca le immagini che violano la sensibilità degli utenti. Whatsapp, anche se ha una messaggistica privata è comunque rischiosa perché bisogna mettere a disposizione il proprio numero di cellulare.
Kik è, invece, un programma che permette una chat dal proprio cellulare senza condivisione del proprio numero, si possono creare o si può entrare a far parte di gruppi, ognuno dei quali ha una capienza massima di 50 utenti. Qui è possibile inviare ogni giorno materiale vietato ai minori, foto e video di fidanzate o ex, amiche, conoscenze occasionali. Sono soprattutto gli adulti ad utilizzare Kik, mentre i giovanissimi preferiscono cercarsi su Telegram.
Le conversazioni e il sesso su internet
Di cosa si parla in chat? Ovviamente si fanno per lo più richieste. Le ragazze vengono inondate di messaggi che cadono a pioggia, si chiedono foto. Parlano anche uomini maturi che si definiscono (per loro ammissione) “brutti” fisicamente, ma in cerca di ragazze belle e giovani che li facciano eccitare. Si chiede alla fanciulla di inviare messaggi vocali dove dice cose che a loro piace sentire. Mandare video dove si toccano da sole, ecc. Insomma, le conversazioni nella chat sono semplici, si tratta di far capire all’altra persona cosa si desidera e aspettare in risposta la foto, il video, il messaggio vocale che soddisfino le loro richieste. Tutto al fine di arrivare al sesso su internet.
Le chat sono poco controllate e difficilmente segnalate, per questo circolano foto e video di ragazzine non ancora diciottenni. Sono i loro fidanzati, i loro ex, persone di cui le giovani si sono fidate e che hanno permesso loro di riprendere momenti della loro intimità, le loro nudità e che ora vengono esposte e donate ad un pubblico di perfetti sconosciuti.
Si tratta di rispettare le “regole” del gruppo social. I ragazzi che entrano a far parte del gruppo “devono” fornire, di ciascuna ragazza: il numero di telefono, la foto, il nome, il cognome, la città, l’età, la scuola e i social.
Tutte le informazioni vengono scrupolosamente verificate dai membri del gruppo. Le ragazze diventano oggetto di valutazione e di giudizio da parte dei ragazzi (e degli uomini) che con le emoticon che vanno dal cuore (il massimo) al faccino che vomita (il minimo), indicano il grado di gradimento e di appagamento che hanno ricevuto dall’approccio con la ragazza.
L’appello agli insulti
Oltre a quelli per lo scambio di file di sesso su internet, sono molto attivi i gruppi che hanno lo scopo di molestare altre persone. Si può, cioè, chiedere di insultare una persona che ci sta antipatica, o con la quale abbiamo litigato o che ci ha lasciati.
Insomma, anche l’umiliazione è una pratica sempre più estesa nella realtà virtuale dei gruppi social, dove ormai non esiste più privacy, dove i dati personali possono essere condivisi a nostra insaputa e per gli scopi più orribili.