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Contratto scuola, finalmente è arrivata la firma: ecco cosa cambia

Dopo ben 9 anni di “tira e molla” fra trattative, rinvii, polemiche e confronti tra le parti, finalmente è arrivata l’agognata firma sul rinnovo del contratto nazionale per il comparto Scuola. L’accordo è stato siglato dopo diverse ore di contrattazioni, anche se comunque non ha trovato unanime consenso, poiché l’intesa è stata siglata dal Ministero dell’Istruzione con le sigle sindacali Flc Cgil, Cisl e Uil, mentre la Gilda degli insegnanti e lo Snals si sono chiamati fuori.

Si tratta di una frattura tra sindacati che, almeno a memoria, non si è mai verificata per questioni di questo genere. L’annuncio ufficiale è stato diramato nella mattinata del 9 febbraio dal MIUR che, su Twitter, ha manifestato la sua soddisfazione per un’intesa che punta a “Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza”.

Il rinnovo del contratto Scuola riguarda circa un milione di addetti ai lavori tra insegnanti e personale ATA, ovvero amministrativi, tecnici e ausiliari. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, sempre su Twitter, ha parlato con orgoglio di “impegno preso e mantenuto”. Invece i sindacati sono entrati subito nel merito della questione, dichiarando che gli aumenti di stipendio riconosciuti ai docenti rientrano perfettamente nei termini dell’accordo stipulato dalle confederazioni il 30 novembre del 2016, con gli incrementi che andranno da 80,40 euro fino a 110,70 euro. Inoltre è stata confermata la presenza del bonus di 80 euro per chi ha redditi più bassi.

Non ci sarà nessun aumento di carichi di lavoro e nessun passo indietro in merito al settore della tutela dei diritti, con la nuova parte normativa che, anzi, introdurrà nuove opportunità per usufruire di permessi retribuiti per questioni strettamente personali e familiari, o per eventuali situazioni già contemplate dalla legge. È stato risolto anche il problema legato ai bonus per il merito, uno dei punti su cui in passato si era arenata la trattativa. Con il nuovo contratto Scuola, la misura non rientrerà più nella gestione diretta dei dirigenti scolastici, ma rientrerà per il 60% direttamente nei redditi dei docenti, mentre il restante 40% verrà contrattato in base alle istituzioni scolastiche. Invece, per quanto concerne le sanzioni disciplinari (altro argomento delicato), si è preferito rimandare ad un secondo momento il confronto.

La mansione di tutor rientrante nel progetto di alternanza scuola-lavoro diventerà obbligatoria ma verrà retribuita a parte rispetto allo stipendio canonico da docente. Resta, invece, invariato, il cosiddetto “borsellino elettronico” di 500 euro atto alla formazione del personale docente che, grazie ad esso, potrà continuare ad acquistare tablet, computer o pagare corsi per l’aggiornamento professionale. Inoltre è stato riconosciuto il “diritto alla disconnessione” che, dunque, libera gli insegnanti dal vincolo di essere raggiunti da e-mail non solo fuori dall’orario di lavoro, ma soprattutto di notte per eventuali comunicazioni o riunioni. A proposito dei vari consigli di classe e collegi dei docenti, si passa dalle precedenti 40 ore più 40, alle 80 ore complessive. Infine la formazione in servizio diviene obbligatoria, anche se spetterà al Collegio e alla contrattazione scolastica stabilire il totale delle ore annuali.

Naturalmente l’intesa riguarda anche le Università, per le quali si prevedono diversi cambiamenti soprattutto per coloro che lavorano nelle aziende ospedaliere ed anche per gli esperti e collaboratori linguistici, andando a tamponare delle falle rimaste aperte per troppo tempo. Infine, in merito al personale AFAM, la figura degli insegnanti di seconda fascia sarà ad esaurimento, con l’obiettivo di arrivare ad un pronto inserimento in prima fascia, tenendo sempre conto delle graduatorie già in essere.

Il contratto Scuola siglato in queste ore, avrà validità per il triennio 2016/2018, dunque andrà in scadenza già dal dicembre di quest’anno. Per questo motivo, se da un lato le parti hanno manifestato reciproca soddisfazione nell’aver portato a termine positivamente la trattativa, dall’altro già si comincia a guardare alla ripresa dei lavori per il prossimo aggiornamento che dovrebbe già arrivare nel 2019.

Patrizia Gallina