Avrebbe compiuto 37 anni tra pochi giorni, esattamente il 13 febbraio, ma Liam Miller purtroppo non potrà più festeggiare il suo compleanno. Il centrocampista irlandese è deceduto in seguito ad un cancro al pancreas che, diagnosticatogli nel novembre del 2017, non gli ha lasciato scampo. Apprezzato dai colleghi per educazione e per quel carisma “silenzioso” mostrato in tutte le squadre in cui ha militato, è stato fin da subito ricordato con grande affetto da tanti ex compagni di squadra, che piangono la prematura scomparsa del mediano di Cork. In carriera, tra le altre, Miller ha indossato le maglie di Manchester United e Leeds.
I suoi esordi nel mondo del calcio risalgono all’approdo nelle giovanili del Celtic, uno dei club più gloriosi di Scozia: dopo tanta gavetta, ottiene la soddisfazione di debuttare in prima squadra nel 1999, quando ha appena 18 anni e viene fin da subito etichettato come una giovane promessa dello sport più popolare del mondo. Resta legato al club biancoverde per quattro stagioni, durante le quali passa per un breve periodo all’Aarhus, formazione danese. La grande occasione giunge nel 2004-2005, quando viene acquistato dal Manchester United. Tuttavia, il nuovo numero 17 dei Reds non riesce a mettersi in mostra, chiuso da una serie di “mostri sacri” del calcio internazionale quali Cristiano Ronaldo, Ruud Van Nistelrooy e Wayne Rooney, e così riesce solo a collezionare 9 presenze. Dopo un terzo posto in Premier League e una finale di FA Cup, Liam Miller nell’estate del 2005 si trasferisce al Leeds.
Nonostante diverse presenze da titolare, l’esperienza con il Leeds dura solo per un anno, dopodiché il centrocampista irlandese decide di passare al Sunderland, per il quale milita per tre stagioni. Successivamente rientra in Scozia e, con la casacca dell’Hibernian, vive il momento migliore della sua carriera: diventato uno dei perni della compagine scozzese, colleziona 66 gare e 7 reti totali. Giunto alla soglia dei 30 anni, Miller sente il bisogno di dare una svolta alla sua esperienza professionale, e così accetta di volare verso l’Australia, dove indossa le maglie di Perth Glory, Brisbane Roar e Melbourne City. Dopo quattro anni in Oceania, per lui giunge il momento di tornare in patria, nel “suo” Cork City, prima di chiudere la carriera negli Stati Uniti, militando per il Wilmington Hammerheads.
Liam Miller vanta anche un palmarés costellato di successi ottenuti soprattutto in Scozia: infatti ha vinto due campionati scozzesi, due Coppe di Scozia e due Coppe di Lega scozzesi negli anni al Celtic, ha conquistato una promozione in Premier League con il Sunderland e, infine, si è tolto anche la soddisfazione di conquistare il titolo di campione d’Australia con il Brisbane Roar. Nel periodo in cui ha giocato con continuità in Inghilterra si è meritato anche la convocazione nella nazionale irlandese, inanellando 21 presenze dal 2004 al 2009 e riuscendo anche a siglare una rete. Anche se probabilmente il suo talento non è mai esploso del tutto, come abbiamo accennato in precedenza, Miller si è sempre fatto apprezzare per la dedizione nel suo lavoro, e anche per la capacità di farsi apprezzare e rispettare dai colleghi, pur senza essere un personaggio mediatico. Se n’è andato a soli 36 anni.
Patrizia Gallina