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Gli studenti universitari italiani pagano le tasse più alte d’Europa

Secondo l’ultimo rapporto Eurydice dell’unione Europea le tasse pagate dagli studenti universitari italiani sono le più care d’Europa. Questo costo eccessivo, al quale non corrisponde un altrettanto elevata qualità del servizio offerto, è dovuto al fatto che solo il 10% degli studenti italiani ha accesso alle borse di studio. Dietro all’Italia nel panorama europeo c’è l’Inghilterra dove gli studenti non hanno affatto accesso a borse di studio, e dove per studiare si spendono oltre 10.000 euro l’anno. Le università inglesi sono però note per la loro qualità, in quanto alcune di loro sono considerate tra le più prestigiose al mondo. Nei restanti  paesi europei le tasse di frequenza oscillano tra i 1000 e i 3000 euro l’anno.

Tutta un’ altra storia nella Repubblica ceca dove tutti possono studiare gratuitamente a patto di seguire corsi tenuti nella lingua nazionale. I migliori paesi in quanto a sostenibilità delle tasse universitarie per studiare sono Danimarca, Malta, Svezia, Finlandia e Scozia dove per la maggior parte degli studenti universitari le tasse sono a zero e per di più quasi tutti hanno accesso alle borse di studio e finanziamenti che secondo il rapporto “garantiscono un’elevata indipendenza economica agli studenti”. Ovviamente questo, come sottolinea l’Unione Europea, grazie all’esistenza di investimenti pubblici significativi.

Appena sotto ci sono  Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Cipro, Polonia, Slovenia e Slovacchia, dove la maggior parte degli studenti spende meno di cento euro.  Questi paesi adottano inoltre un sistema meritocratico in quanto chi ottiene risultati mediocri paga di più. I finanziamenti agli studenti sono però in questo caso scarsi. In una via di mezzo si pongono il Lussemburgo e il Galles dove le tasse sono alte, ma sono altrettanto alti i finanziamenti e le borse di studio. Fanalino di coda insieme al Bel Paese, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera e Liechtenstein dove le rette raggiungono l’apice a 3000 euro annui.

Il sistema italiano alla fine dei conti risulta essere il peggiore, e come ha osservato l’Unione Europea: “tende a rendere gli studenti dipendenti dal supporto finanziario famigliare o dal lavoro. E questo rendere più difficile, in particolare per gli studenti svantaggiati, l’accesso all’educazione superiore”.