Dopo l’annuncio diramato a metà novembre, nel quale si comunicava della scoperta di mummie di gatti e scarabei nei pressi di Saqqara, in queste ore il Ministero delle Antichità egiziano ha diramato la notizia di un altro importante ritrovamento nelle vicinanze di Luxor. Si tratta di una tomba faraonica risalente all’epoca ramesside, nella quale gli archeologi hanno trovato soprattutto due sarcofagi contenenti i resti di un sovrintendente templare e di sua moglie.
La ricerca archeologica è stata portata avanti da un team di studiosi egiziani e francesi che hanno lavorato presso la necropoli di Al-Assasif della regina Hatshepsut, che sorgeva lungo la riva occidentale di Luxor. Dagli scavi, oltre ai sarcofagi, sono emersi anche numerosi oggetti funerari e più di mille “ushabti”, ovvero delle statuette legate alla sepoltura e realizzate in vari materiali (legno, argilla e ceramica), oltre ad una serie di preziosi papiri.
Il sito che ha restituito al mondo una serie di testimonianze di grande valore storico-archeologico, in origine sorgeva tra la Valle delle Regine e quella dei Re ed era destinato prevalentemente ai nobili e agli alti funzionari della società dell’Antico Egitto che vivevano a stretto contatto con i faraoni. Il Ministero delle Antichità egiziano, oltre a rivelare che sono stati scoperti dei “dipinti molto belli”, ha aggiunto che la datazione della tomba di Luxor risale al periodo del Medio Regno (tra l’undicesima e la dodicesima dinastia) e che apparteneva ad un uomo che, presumibilmente, si chiamava Thaw-Irkhet-If, sovrintendente che controllava e gestiva le varie fasi della mummificazione presso il Tempio di Mut a Karnak. La dea, nel dettaglio, era la cosiddetta divinità “madre” (Mut), che solitamente veniva rappresentata con indosso un copricapo che richiamava le sembianze di un avvoltoio.
Oltre a questi ritrovamenti, gli archeologi dell’Università di Strasburgo e dell’Istituto Francese di Archeologia Orientale sono riusciti a scoprire anche l’esistenza di altri due sarcofagi risalenti alla diciottesima dinastia: uno di questi contiene le spoglie di una donna che si chiamava Thuya.
Il Ministero delle Antichità egiziano sta informando costantemente e pubblicamente di questi ultimi importanti ritrovamenti storico-archeologici per rilanciare il turismo in Egitto che, soprattutto a Luxor, era andato incontro ad un pesante calo a partire dal 2011, ovvero in seguito al crollo del regime dell’allora presidente Hosni Mubarak. Nonostante pare che questa campagna stia già dando dei buoni risultati in termini di ripresa dei flussi turistici, le autorità egiziane sono state comunque criticate perché sembra che, dopo i grandi annunci delle nuove e sensazionali scoperte, i vari siti archeologici vengano poi abbandonati a se stessi, con conseguenti disagi per i visitatori e danni che potrebbero compromettere la conservazione dei preziosi reperti appartenenti all’Antico Egitto.
Patrizia Gallina