Tutti conoscono la Domus Aurea, la splendida e immensa residenza fatta costruire da Nerone dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. Invece in pochi sanno che, prima di trasferirsi nella sua estesa villa urbana, l’imperatore figlio di Agrippina aveva risieduto nella cosiddetta Domus Transitoria, anch’essa costituita da uno stile architettonico piuttosto ricercato e da decorazioni originali. Ebbene, proprio in questi giorni questa dimora non solo è stata restaurata del tutto, ma presto aprirà le sue porte anche ai visitatori.
La villa si trova nel cuore del Palatino e, dopo circa settant’anni di chiusura, nel mese di aprile verrà aperta al pubblico, donando così a tutti gli appassionati un altro immenso tesoro della storia di Roma. Alfonsina Russo, direttrice del parco archeologico del Colosseo, ha annunciato che la data fissata è quella dell’11 aprile, a meno che non ci siano imprevisti legati a qualche intoppo nei lavori o al maltempo. Si tratta di un obiettivo importante raggiunto dalla Russo nel suo programma di ampliamento dei luoghi storici presenti sul Colle dei Cesari.
In questi anni si è lavorato alacremente intorno alla prima reggia di Nerone per completare il restauro e per mettere in sicurezza l’intera area, allo scopo di mostrare finalmente a tutti questo sconosciuto (finora) complesso monumentale che, in realtà, fu ben presto abbandonato dall’ultimo discendente della dinastia giulio-claudia, poiché dopo il devastante incendio del 64 d.C., l’imperatore ordinò subito la costruzione della ben più nota Domus Aurea, la cui estensione andava dal Palatino al Colle Oppio. Successivamente, con la “damnatio memoriae” piombata su Nerone e il rifiuto da parte dei Flavi di rispolverare qualsiasi riferimento al predecessore, il complesso architettonico non fu più recuperato e, col tempo, ciò ha pesato sullo stato di conservazione dell’edificio.
Le visite alla Domus Transitoria di Nerone verranno organizzate in piccoli gruppi, giacché vi si potrà accedere solo tramite le scale originali, scendendo lungo il ventre del Palatino, attraverso un ampio spazio che oggi si presenta piuttosto limitato a causa di un solaio aggiunto intorno agli anni ’60 del secolo scorso. L’antica residenza si trova al di sotto della “Coenatio lovis” della Domus Flavia, riportata alla luce per la prima volta nel Settecento dai Farnese. Fin da subito la prima reggia dell’imperatore di Roma dal 54 al 68 d.C. si presenta come una struttura dagli ambienti lussuosi.
Tra i dettagli più rilevanti, vi è un ninfeo introdotto come “frons scaene” di una sorta di teatro che ai visitatori dell’epoca doveva presentarsi come arricchito da giochi d’acqua, in una sorta di spettacolo destinato ad intrattenere Nerone e i suoi ospiti. Sul pulpito, infatti, campeggiano delle piccole nicchie ornate da una serie di colonnine in marmo policromo dalle quali, quasi certamente, fuoriusciva dell’acqua in pieno sincrono con la cascata del ninfeo. Il padiglione è sormontato da colonne in porfido, e pare che l’imperatore della dinastia giulio-claudia fosse solito sdraiarsi in questo luogo. Nelle vicinanze di quest’area è possibile già vedere le fondamenta della successiva Domus Aurea.
L’elemento chiave della residenza, secondo gli studiosi, in origine doveva essere l’acqua: infatti pare che la casa sia stata concepita dal figlio di Agrippina come luogo in cui trovare refrigerio durante il periodo estivo. Lo storico Svetonio riporta che Nerone sognava di rinverdire i fasti dell’età dell’oro e oggi, grazie all’ausilio della tecnologia, gli esperti proveranno a ricreare proprio le atmosfere originarie della villa nel cuore del Palatino.
Infatti Alessandro D’Alessio sta approntando un percorso di visita basato su un allestimento illuminotecnico che possa mettere in risalto le caratteristiche che davano alla Domus Transitoria la sua immagine di opulenza, come i pavimenti in tarsie marmoree in opus sectile, o ancora le volte con affreschi adornati con foglie d’oro e lapislazzuli. Inoltre nel padiglione sarà disponibile una proiezione in lingua italiana e inglese che spiegherà nel dettaglio al pubblico le origini e le peculiarità della prima reggia neroniana, mettendola a confronto con la Domus Aurea.
Proseguendo nella visita si verrà introdotti in altri ambienti, tra i quali spicca un’insolita latrina da ben 80 posti che va ad intersecarsi con il muro di fondazione della successiva dimora dell’età di Domiziano. Infine verrà allestito un video-wall che mostrerà una realistica ricostruzione di tutte le decorazioni pittoriche risalenti proprio al regno di Nerone. Nel presentare il progetto di apertura della Domus Transitoria, l’ufficio valorizzazione del parco gestito da Martina Almonte ha spiegato che la ricca residenza rientrerà tra i luoghi visitabili tramite il ticket esclusivo per Foro Romano e Palatino che verrà varato a partire dall’11 marzo.
Patrizia Gallina