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Beppe Grillo: la storia del figlio indagato per stupro di gruppo

Lunedì 19 aprile, Beppe Grillo ha pubblicato un video per difendere il figlio Ciro, indagato insieme a tre amici per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea.
I fatti sarebbero avvenuti nella casa di Grillo a Porto Cervo, nell’estate del 2019.
I giornali scrivono che la procura dovrà decidere a breve se chiedere l’archiviazione del caso o il rinvio a giudizio.

Le accuse della Procura di Tempio Pausania a Ciro Grillo e agli tre ragazzi sono molto gravi. “Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno, afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka”.
“Costretta ad avere rapporti di gruppo dai quattro che hanno approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica”, si legge nel testo.

Beppe Grillo e il video virale

Secondo Grillo, a sostegno della sua tesi, ci sarebbe il fatto che la donna ha denunciato l’abuso con ritardo.
Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi… io voglio chiedere, voglio chiedervi, voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali compreso mio figlio non sono stati arrestati?“.
Queste le parole di Bebbe Grillo all’inizio del video.
Perché una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf, e dopo 8 giorni fa una denuncia, vi è sembrato strano. È strano“, continua il garante del M5S.
Grillo aggiunge: “C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori“.

I genitori della ragazza

Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante”.
Lo dicono attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori della ragazza italo-svedese che ha denunciato di essere stata stuprata, nel luglio del 2019, da Ciro Grillo, figlio del garante del M5S e tre suoi amici.
I genitori hanno visto il video mandato in rete da Beppe Grillo in cui dice che il figlio è innocente e in cui parla di “divertimento”.

Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l’angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell’inedito”, concludono i genitori della giovane.