I fatti risalgono all’8 giugno del 2016, Sara Bosco morì dopo essere stata drogata, stuprata e lasciata sola dentro un padiglione abbandonato dell’ospedale Ex Forlanini. Sotto accusa è finito Riza Faizi, un uomo di 34 anni di origi afgane. È stato accusato di morte come conseguenza di altro reato e prostituzione minorile ai danni della 16enne di Santa Severa, ad oggi è ancora latitante. Si persero le sue tracce dopo la scomparsa della giovane vittima.
Secondo l’accusa il 34enne avrebbe fatto bere a Sara Bosco un cocktail fatto di sostanze stupefacenti. Questo conteneva un mix di morfina, cocaina, ketamina e aminoclonazepam. Da quel tragico giorno sono trascorsi cinque anni, la 16enne aveva problemi di tossicodipendenza. Per cercare di disintossicarsi dall’eroina era entrata in una comunità a Frosinone. Non molto tempo dopo si era data alla fuga gettandosi da una finestra e finì in ospedale per le ferite riportate a causa della caduta. Dopo essersi ripresa era tornata di nuovo in comunità, stavolta a Perugia. In poco tempo riuscì a disintossicarsi e tornò nel suo paese in provincia di Roma.
Fazi ancora latitante dopo la morte di Sara Bosco, lasciò la 16enne a morire mentre si dava alla fuga
Poco tempo dopo si trasferì a Roma e iniziò a frequentare Fazi, conosciuto tramite la madre. Anche la donna aveva problemi di tossicodipendenza, prendeva da lui la droga. Secondo la Procura è stato il 34enne a dare il cocktail mortale a Sara Bosco chiedendo in cambio un rapporto sessuale. Accadde tutto dentro un padiglione abbandonato dell’ospedale Ex Forlanini dove la ragazza si era rifugiata. Mentre era lì la 16enne ha accusato un malore che ha causato la sua morte. A ritrovarla distesa su una barella fu la madre, era nuda. L’uomo avrebbe dovuto aiutarla dopo il malore ma l’ha lasciata lì a morire mentre si dava alla fuga. A distanza di cinque anni dal drammatico episodio Fazi non è stato ancora rintracciato.