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Caso Martina Rossi, la Corte d’Appello condanna i due imputati per tentata violenza sessuale

La Corte d’Appello di Firenze ha condannato a 3 anni i due imputati per la morte di Martina Rossi, la studentessa morta a Palma di Maiorca dopo essere precipitata dal sesto piano di un albergo il 3 agosto 2011. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio, ed era attesa anche dei genitori della ragazza, che hanno lottato fino alla fine per ottenere giustizia.

La prima ricostruzione sulla morte di Martina Rossi

La vicenda riguarda Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, entrambi accusati di tentata violenza sessuale nei confronti della ragazza di Genova. Quest’ultima si trovava in vacanza nell’isola delle Baleari insieme ad un’amica. Dopo una serata trascorsa fuori, Martina Rossi sarebbe rimasta sola in camera con i due che, a quel punto, avrebbero tentato di abusare di lei. La dinamica certa dell’accaduto non è mai stata chiarita, ma si sa solo che la 20enne è stata soccorsa quasi agonizzante nella hall dell’hotel in cui soggiornava. Secondo l’accusa, la ragazza stava cercando di fuggire proprio dai due imputati, tanto da scivolare e cadere nel vuoto. Inizialmente si era ipotizzato un suicidio e le stesse autorità spagnole avevano archiviato il caso. Successivamente, le procure di Genova e Firenze decisero di riprendere in mano le indagini anche su richiesta della famiglia della ragazza.

I primi verdetti del processo

I due imputati, dopo il primo processo concluso il 14 dicembre 2018, erano stati condannati a sei anni di reclusione. Il verdetto venne poi ribaltato durante l’appello, con l’assoluzione di Vanneschi e Albertoni in quanto “il fatto non sussiste“. La sentenza, emessa lo scorso 9 giugno, è stata quindi impugnata dal pg di Firenze, Luciana Singlitico, e dalla famiglia di Martina Rossi, tanto da arrivare al processo bis della Corte d’Appello. Secondo quest’ultimi erano stati compiuti degli errori di valutazione sulle prove acquisite durante le indagini. In particolare, il punto di caduta della 20enne non era stato individuato in maniera corretta. Per questo motivo, la richiesta presentata dai genitori è stata accolta. Prescritto, invece, il reato di morte come conseguenza di un altro delitto

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