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Jayne Mansfield, eterna rivale di Marylin Monroe: la bellezza, il genio e la vita sfortunata

Jayne Mansfield era la diva anni ’50 per antonomasia. Con il suo corpo sinuoso e i suoi capelli biondo platino ha rappresentato un’epoca, tutt’ora ne è simbolo. La sua intera esistenza è stata minata da una serie di sfortune, personali e lavorative, che l’hanno portata a essere un personaggio a tratti contradditorio. Storica la sua rivalità con Marylin Monroe, dovuta anche alla somiglianza tra le due donne. Jayne Mansfield è stata molte cose: tra queste, meno noto rispetto alla proverbiale bellezza di cui era dotata, era una donna di un’intelligenza sopraffina. Aveva un quoziente intellettivo di 162, un punteggio superiore anche ad Albert Einstein

Jayne Mansfield, biografia 

Jayne Mansfield nacque nel 1933 a Bryn Mawr, Pennysilvania, con il nome di Vera Jayne Palmer. Figlia unica di Herbert William Palmer e Vera Jeffrey, il padre morì quando Jayne aveva appena tre anni, stroncato da un infarto. La madre si risposò e, insieme, si trasferirono in Texas. A soli 7 anni Jayne suonava perfettamente il violino e, per aiutare economicamente la madre, si esibiva nelle piazze. Era il 1950 quando la futura diva, ancora 16enne, sposò il suo primo marito, Paul Mansfield. Lo stesso anno nacque la prima figlia, Jayne Marie. Trasferitisi ad Austin, iniziò a frequentare fisica e teatro all’Università. 

L’incontro che cambiò il futuro di Jayne Mansfield fu quello con Baruch Lumet, che la introdusse nel mondo dello spettacolo. Nel 1953 il debutto, con “Morte di un commesso viaggiatore“. La carriera decollò in breve tempo, con l’interpretazione di diversi ruoli in importanti pellicole. Il pubblico e il mondo dello spettacolo l’avevano ormai dipinta come la diva un po’ svampita ed esibizionista. Dietro questa facciata di apparente leggerezza si nascondeva un donna estremamente intelligente, brillante, che suonava due strumenti musicali e conosceva cinque lingue. Ma Jayne si adattò perfettamente al ruolo che le era stato cucito addosso, sfruttandolo a proprio favore. In diverse occasioni finse dei piccoli incidenti, come quando accanto a Sofia Loren mostrò “inavvertitamente” un capezzolo a favore di telecamera. 

Negli anni a seguire sposò altri due uomini ed ebbe quattro digli. I media le attribuivano continuamente relazioni clandestine con uomini del calibro di Robert Kennedy e Dean Martin, e la descrivevano come una donna dall’insaziabile appetito sessuale.

Con il tempo la sua carriera declinò. Non venne più scritturata per film importanti e il sogno di Hollywood si infranse. Negli ultimi anni si trovò costretta a esibirsi nei nightclub per mantenersi. 

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La morte

L’esistenza di Jayne Mansfield fu una parabola dal tragico finale. Separatasi dal terzo marito, iniziò una frequentazione con Sam Brody, il suo avvocato nella causa di divorzio. La sera della sua morte si trovava con quest’uomo, tre dei suoi figli e i suoi inseparabili chihuahua in un’auto a noleggio guidata da un’autista di appena vent’anni. Era l’una di notte del 28 giugno 1967 quando l’auto si scontrò frontalmente con un autocarro. L’incidente fu fatale per tutti eccetto per i figli di Jayne, che rimasero illesi. Pare che nel violento schianto Jayne Mansifeld sia stata decapitata e sull’asfalto siano rimasti i capelli biondo platino simbolo della  sua bellezza. 
Jayne Mansfield è sepolta al Fairview Cemetery, presso Pen Argyl; sulla sua lapide è incisa la frase “Viviamo per amarti ogni giorno di più“.