“Non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del razzo cinese possano cadere sull’Italia”.
È questa la valutazione degli esperti italiani sul rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre del secondo stadio del razzo cinese “Long March 5B”, in caduta libera verso il nostro pianeta.
Nella serata di ieri si è svolta la prima riunione del tavolo tecnico.
Le previsioni parlano del 9 maggio, con un’ampia finestra di incertezza, come data del possibile “rientro incontrollato” del razzo sulla Terra.
Razzo cinese: rischi molto bassi
La Cina ha affermato che il rischio di danni sulla Terra “è estremamente basso“.
Queste le parole del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, dopo l’avvertimento degli Stati Uniti sul fatto che i detriti potrebbero schiantarsi su un’area abitata.
“La gran parte dei componenti saranno distrutti dall’ablazione durante il rientro nell’atmosfera.
La probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa”, ha aggiunto Wang.
Secondo il cinese Global Times, i detriti del razzo è probabile che cadano in acque internazionali.
Nessuna minaccia per gli oceani
“La maggior parte dei detriti brucerà durante il rientro, lasciando solo una piccolissima porzione che potrebbe cadere sulla Terra, potenzialmente su aree lontane dalle attività umane o nell’oceano“, ha affermato Wang Yanan, Direttore della rivista Aerospace Knowledge.
Il Global Times ha anche citato l’esperto aerospaziale Song Zhongping dicendo che “la rete di monitoraggio spaziale cinese terrà sotto stretto controllo le aree nella rotta di volo del razzo e adotterà misure per evitare danni alle navi in transito, mentre il carburante ecologico usato dal Long March 5B non sarebbe una minaccia per l’oceano“, ha aggiunto.
“Nel complesso, è un’altra promozione della cosiddetta ‘minaccia spaziale cinese’ adottata da alcune forze occidentali“, ha detto Song.
Dove potrebbero cadere i frammenti in Italia?
C’è ancora molta incertezza su date, orari e conseguenze della caduta dei frammenti. L’ipotesi più probabile è che possa accadere domenica 9 maggio.
La finestra temporale è piuttosto variabile e copre attualmente l’intervallo fra le 15:00 dell’8 maggio e le 16:00 (ora italiana) del 9 maggio”.
Secondo gli esperti dell’Inaf, Istituto Nazionale di Astrofisica, “date le caratteristiche dell’orbita, per quanto riguarda l’Italia solo il territorio nazionale a sud di Roma potrà essere eventualmente coinvolto dal rientro. Le stime delle orbite finali diventeranno comunque sempre più precise nei prossimi giorni, via via che arriveranno nuovi dati, e sarà possibile restringere la finestra temporale del rientro”.