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Marzia Corini condannata a 15 anni di carcere: uccise il fratello per l’eredità

I fatti risalgono al 2015 quando l’anestetista Marzia Corini fu accusata dalla Procura de La Spezia di aver ucciso il fratello Marco Valerio Corini per ottenere un’eredità pari a un milione di euro che altrimenti non avrebbe ricevuto. La vittima, nota come l’avvocato dei vip, era un malato terminale di cancro. Secondo la Procura la donna approfittando delle sue conoscenze mediche avrebbe somministrato al fratello una dose di sedativo letale.

Il pm sin dall’inizio si era detto convinto del fatto che fosse un omicidio. Dopo un processo durato oltre tre anni i giudici hanno confermato la colpevolezza di Marzia Corini. Uccidere il fratello non sarebbe però bastato ad ottenere la sua eredità, era infatti necessario un testamento a suo favore. Stando all’accusa di ciò se ne sarebbe occupata l’avvocato Giuliana Feliciani, ex collega di studio della vittima. Quest’ultima è stata accusata per circonvenzione d’incapace e uso di testamento falso. Infatti, sarebbe stata lei a modificare il testamento dell’uomo contro la sua volontà a favore della sorella. La Feliciani dovrà scontare una condanna di quattro anni.

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Marzia Corini uccise il fratello per l’eredità, la condanna è di 15 anni

La sentenza della Corte d’Assise d’Appello del tribunale de La Spezia è stata emessa ieri 17 maggio 2021. La sorella di Marco Valerio Corini è stata condannata a 15 anni di carcere. La donna è stata inoltre estromessa dall’eredità del fratello ed interdetta a vita dai pubblici uffici. Dopo la morte di Marco Valerio Corini la sorella si era sempre professata innocente. Marzia Corini in questi anni non ha mai negato di aver somministrato il sedativo al fratello, ha però sempre detto di averlo fatto nel rispetto dei protocolli sanitari per alleviare le sue sofferenze.

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