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Il Papa riforma le sanzioni penali nella Chiesa. Ecco i nuovi reati

Pascete il gregge di Dio, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio” (cfr. 1 Pt 5, 2).
Inizia con queste parole dell’apostolo Pietro la Costituzione ApostolicaPascite Gregem Dei” con cui Papa Francesco riforma il Libro VI del Codice di Diritto Canonico sulle sanzioni penali nella Chiesa.
Il nuovo testo, presentato nella Sala Stampa vaticana, entrerà in vigore il prossimo 8 dicembre.
Tra le norme inserite nella nuova stesura del Libro VI, vi è il canone 1397: “Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”.

Papa Francesco e le riforme

Il canone 1398 dispone che “sia punito con la privazione dell’ufficio e con altre giuste pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, il chierico che commette un delitto contro il sesto comandamento del Decalogo con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione“.
Stesse pene per il chierico che “recluta o induce un minore, o una persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o una alla quale il diritto riconosce pari tutela, a mostrarsi pornograficamente”.
Importante anche il canone 1326:Il giudice deve punire più gravemente di quanto la legge o il precetto stabiliscono chi è costituito in dignità o chi ha abusato dell’autorità o dell’ufficio per commettere il delitto”.

Le parole di Francesco

Per rispondere adeguatamente alle esigenze della Chiesa in tutto il mondo – spiega Francesco – appariva evidente la necessità di sottoporre a revisione anche la disciplina penale promulgata da San Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1983, nel Codice di Diritto Canonico”.
Il Papa ricorda che Benedetto XVI ha avviato questa revisione nel 2007.
Un lavoro intenso e complesso, trasmesso al Pontefice nel febbraio del 2020.
“Il nuovo testo – afferma il Papa – introduce modifiche di vario genere al diritto vigente e sanziona alcune nuove figure delittuose”.
È stato migliorato “dal punto di vista tecnico, per quanto concerne aspetti fondamentali del diritto penale”.

I criteri che hanno ispirato la modifica

Le modifiche introdotte nel nuovo Libro VI rispondono fondamentalmente a tre criteri direttivi.
Come ha ricordato Arrieta, “in primo luogo, il testo contiene una adeguata determinatezza delle norme penali che prima non c’era“.
“Il secondo criterio è la protezione della comunità e l’attenzione per la riparazione dello scandalo e per il risarcimento del danno”.
“Il terzo obiettivo è quello di fornire al Pastore i mezzi necessari per poter prevenire i reati, senza rinunciare alle cautele necessarie per la protezione del presunto reo, a garanzia di quanto adesso afferma il can. 1321 §1: “chiunque è ritenuto innocente finché non sia provato il contrario”.