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Eitan, il nonno materno agli arresti domiciliari per il rapimento del nipote

Si trova agli arresti domiciliari il nonno materno del piccolo Eitan, il bambino sopravvissuto alla strage del Mottarone. L’uomo, che nei giorni scorsi aveva portato in Israele il nipote, è stato accusato di rapimento da parte della polizia locale.

Agli arresti domiciliari il nonno materno di Eitan: gli aggiornamenti da Israele

L’interrogatorio è stato svolto dalla polizia israeliana nelle scorse ore. L’uomo, Shmuel Peleg, è già indagato in Italia per sequestro di persona dopo che ha sottratto con l’inganno il bambino dalla zia. Eitan, subito dopo il disastro della funivia, era stato affidato alla sorella del padre, la signora Aya Biran. La famiglia materna, però, non ha mai accettato questa decisione. La loro intenzione, infatti, era quella di far crescere il piccolo nel Paese d’origine dei suoi genitori. Così, nei giorni scorsi, tramite un volo privato, il nonno è riuscito a riportare in Israele il nipote. Adesso, però, le forze dell’ordine lo hanno fermato proprio con l’accusa di rapimento e nei prossimi cinque giorni dovrà rimanere agli arresti domiciliari così come riportato dai media israeliani.

Le parole della difesa e la denuncia dello zio paterno

Peleg, a cui è stato anche sottratto il passaporto, trascorrerà le prossime ore nella stessa casa in cui si troverebbe il piccolo Eitan, così come riportato dalla testata Today. “E’ arrivato in Israele in modo legale e dopo consultazioni con esperti di diritto“, ha dichiarato l’avvocato difensore dell’uomo in merito al bambino. Infatti, subito dopo la sua partenza, la famiglia paterna aveva accusato l’uomo di averlo portato via in maniera ingannevole. Per questo motivo, chiedono che venga riportato indietro dai suoi tutori legali. Intanto, anche il marito della zia, Or Nirko, aveva denunciato alla stampa la situazione del nipote. Queste le sue parole: “La famiglia Peleg tiene Eitan Biran come un detenuto in una prigione di Hamas“. La nonna materna, però, aveva subito smentito quanto detto, sottolineando che il bambino era ricoverato in un centro “per effettuare alcuni controlli e terapie“.

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