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Prato, Don Francesco Spagnesi arrestato con l’accusa di spaccio

Aveva solo 26 anni Don Francesco Spagnesi quando venne ordinato sacerdote.
Il prete, parroco della chiesa dell’Annunciazione di Prato è stato arrestato dalla squadra mobile diretta da Alessandro Gallo.
Dal 2019 avrebbe importato dall’Olanda migliaia di dosi di Gbl, usate durante i festini insieme a cocaina e alcol.
L’uomo rischia anche l’accusa di appropriazione indebita, per aver sottratto beni della chiesa per decine di migliaia di euro.
La droga sarebbe stata pagata con le offerte dei parrocchiani.
Il parroco al momento si trova adesso agli arresti domiciliari.

Prato: chi è Don Francesco Spagnesi

Classe 1981, Francesco Spagnesi, dopo il liceo si è iscritto a Medicina all’Università di Pisa.
Durante il primo anno la sua vocazione si era fatta sempre più forte: l’ordinazione arrivò dopo cinque anni di studi come seminarista, voluta con consapevolezza profonda e ponderata.

Ho capito che, nonostante i miei limiti, il Signore mi stava chiamando. Così ho deciso di diventare sacerdote“, queste le sue parole.
Già dagli ultimi anni del liceo ho trovato questa pienezza e questa gioia nel rendermi disponibile agli altri. Ciò comporta inevitabilmente delle rinunce, ma vedo la bellezza nel percorso che ho intrapreso“.
In questi anni, Don Francesco ha svolto il suo ruolo con entusiasmo e dedizione, circondato dal grande affetto dei suoi parrocchiani.

Il vescovo: “Dolore e sgomento”

Don Francesco faceva arrivare la droga dall’Olanda con l’aiuto di un complice, Alessio Regna, anche lui ai domiciliari.
Una decina i partecipanti ai festini su circa 200 contatti rintracciati sul telefono del religioso, con “tracce evidenti – spiegano dalla questura – dell’attività illecita“.
Sono notizie che un padre e Pastore non vorrebbe mai avere – si legge nella nota di Monsignor Giovanni Nerbini.
Colpiscono l’intera Diocesi. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio“.
Attoniti i parrocchiani: “Ci chiedeva sempre più spesso somme di denaro per aiutare famiglie in difficoltà. Fa male sapere che ha abusato della nostra fiducia e utilizzato il denaro per azioni criminali“.