Claudia Rivelli, star dei fotoromanzi negli Anni ’70, sorella dell’attrice Ornella Muti, si è resa protagonista di una triste quanto assurda vicenda.
La Rivelli è finita a processo dopo il ritrovamento, presso la sua abitazione, di 3 litri di droga Gbl, detta anche “droga dello stupro“.
Ornella Muti: la sorella implicata nella vicenda
Da diverso tempo la Polizia era sulle tracce di un ingente traffico di droga proveniente dall’estero.
In particolare di un grande quantitativo di Gbl, la droga dello stupro.
Il pacco sospetto, seguito dalle forze dell’ordine, sarebbe stato consegnato a casa dell’artista 71enne, contenente tre flaconi con un litro di Gbl ognuno.
Il giudice Valentina Valentini ha convalidato l’arresto e poi ha disposto il suo ritorno in libertà, dal momento che ci sono precedenti penali.
Le dichiarazioni di Claudia Rivelli
La Rivelli ha detto al giudice di essere vittima di un grande errore.
“La sostanza la usavo per pulire l’argenteria e una delle due auto di mio figlio che è rimasta a Roma. Quelle bottiglie le ha ordinate lui su internet, io non sono capace. Una la dovevo mandare a lui perché gli serviva in Inghilterra, dove è legale, l’altra arrivata a casa era un ordine che aveva fatto partire lui in aggiunta, perché il primo non lo consegnavano. Un flacone, poi, io lo tengo sempre a casa per fare le pulizie insieme alla domestica”.
Il pacco, nel mese di ottobre, è arrivato a casa della madre della Rivelli.
“Era arrivato lì perché quell’ordine era stato chiesto da mia madre a mio figlio. È stata lei a far conoscere a noi le proprietà di questa sostanza per la pulizia e voleva che avessi una bottiglia di scorta anche io. Lei la usava sempre per gli arredi in argento e i metalli“.
Il Pm ha chiesto gli arresti domiciliari ma al momento non sono disposte misure cautelari.
Fissata per il mese di febbraio la prima udienza a suo carico.