Nelle zona intorno a Foggia è in corso una grande operazione anti mafia per il clan dei Montanari.
I Carabinieri del Ros sono al lavoro per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare per 32 persone.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi e stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, estorsioni, truffe aggravate, furto aggravato e ricettazione.
I Carabinieri, con il supporto del comando provinciale di Foggia, starebbero disarticolando l’associazione mafiosa attiva a Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste su richiesta della Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo.
Mafia: il clan dei Montanari
Il gip del tribunale di Bari ha emesso le ordinanze su richiesta dei magistrati della direzione nazionale e distrettuale antimafia del capoluogo pugliese.
Il sodalizio criminale sgominato, facente parte dei cosiddetti ‘Montanari’, rappresenterebbe l’attuale assetto riconducibile alla alla famiglia Romito.
Secondo l’impostazione accusatoria, a seguito della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, in cui perse la vita il boss Mario Luciano Romito, l’organizzazione si sarebbe rimodulata in una compagine ribattezzate clan Romito-Lombardi-Ricucci.
Gli affari illeciti
Alla base delle attività dei gruppi criminali dell’operazione “Omnia nostra” c’era il traffico di droga.
Vieste è diventata l’avamposto e, dalle intercettazioni, emerge anche il movente dell’omicidio del boss Mario Luciano Romito, con il cognato Matteo De Palma e i fratelli Aurelio e Luigi Luciani.
I carabinieri hanno ascoltato uno degli indagati.
“Vedi che Mario è morto per Vieste”.
I proventi del narcotraffico venivano poi reinvestiti in varie attività, tramite prestanome incensurati.
La mafia nelle elezioni del 2019
Nel corso delle indagini è emersa la volontà di far convergere il consenso elettorale su alcuni candidati nel 2019.
“Alle elezioni dobbiamo portare un paio di nostri amici… le persone ti devono dare la parola e poi, al momento opportuno, gli diamo il fax simile”.
I progetti non si sono concretizzati a causa dell’arresto di alcuni componenti del gruppo mafioso.
Sono stati eseguiti 13 provvedimenti di sequestro di beni mobili e immobili, per un equivalente di quasi 7 milioni di euro.
L’appello a denunciare
“La zona grigia rappresenta l’aspetto che rende le mafie forti, perché le mafie da sole non sarebbero mai in grado di investire nell’economia legale”.
L’ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho.
“La borghesia mafiosa è fatta da tutti coloro che costituiscono quella parte della società che consente alle mafia di fare un salto di qualità entrando nei mercati”.
“Oggi la lotta alla mafia pugliese è una priorità del Paese e con uno Stato forte il cittadino deve avere fiducia e deve denunciare”.
Per De Raho l’indagine ha rivelato che in quel territorio la mafia ha agito “senza che una sola voce si levasse davanti”.
“Dove entrano le mafie non c’è più libertà. Il cittadino non può sopportare un’onta di questo tipo, deve reagire”, conclude.