Le autorità sanitarie di Cipro hanno scoperto una nuova variante del Coronavirus,
Si tratta di Deltacron, un mix tra le varianti Delta e Omicron.
Lo riporta l’agenzia Bloomberg, citando Leondios Kostrikis, docente di scienze biologiche all’Università di Cipro e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare.
Per ora risultano 25 casi accertati ma i numeri potrebbero essere molto più alti.
Kostrikis ha dichiarato che “attualmente ci sono co-infezioni Omicron e Delta e abbiamo scoperto che questo ceppo è una combinazione di queste due varianti”.
“Vedremo in futuro se questo ceppo è più patologico o più contagioso, o se prevarrà su Delta e Omicron“, ha affermato il ricercatore.
Deltacron: cosa sappiamo
“Una variante ricombinante Delta/Omicron si è quasi sicuramente già formata da qualche parte ma il fatto che si formi non basta: deve essere anche più performante di Omicron per diffondersi e questo è molto difficile. Per nulla scontato. Personalmente dubito che ne vedremo una. I casi riportati a Cipro sono quasi sicuramente un artefatto del sequenziamento”, ha detto con un tweet Giorgio Gilestro, professore di Neurobiologia all’Imperial College di Londra.
Una variante ricombinante delta/omicron si è quasi sicuramente già formata da qualche parte ma il fatto che si formi non basta: deve essere anche più performante di omicron per diffondersi e questo è molto difficile. Per nulla scontato. Personalmente dubito che ne vedremo una
— Giorgio Gilestro (@giorgiogilestro) January 8, 2022
Le parole degli scienziati
Il fisico Roberto Battiston in una recente intervista ha dichiarato: “Assistiamo a una sorta di rimozione collettiva sulla variante Delta, ma non c’è nessuna prova che sia scomparsa.
Anzi, probabilmente è la principale responsabile dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva. Siamo convinti di affrontare un solo nemico, il Covid-19, mentre siamo di fronte a due varianti molto diverse, che adottano strategie e hanno conseguenze completamente diverse. Per poter affrontare efficacemente questa fase è fondamentale avere chiara questa distinzione. E magari adoperarsi per distinguere chi si ammala di una variante piuttosto che dell’altra”.
“Siamo molto indietro – avverte Battiston – abbiamo dati insufficienti e con grande ritardo rispetto allo sviluppo della pandemia. Quindi ci muoviamo quasi alla cieca, sparando con le stesse armi a bersagli molto diversi tra loro”.