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Zero assoluto oltrepassato: è record nei laboratori USA

Zero assoluto

E’ un record incredibile quello raggiunto dai ricercatori dell’Università dello stato di Washington. Un equipe formata da numerosi scienziati, capitanati da Peter Engels, è infatti riuscita a superare il cosiddetto “zero assoluto“, corrispondente a -273,15 gradi centigradi. Per la precisione, i termometri dei laboratori statunitensi hanno registrato uno “sfondamento” pari a 100 miliardesimi di grado, superando il precedente record tedesco, che stazionava solamente intorno ad 1 miliardesimo di grado. I risultati raggiunti dagli scienziati americani si sono rivelati strabilianti, e sono stati pubblicati sul periodico “Nature Communications“.

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Lo zero assoluto è un concetto scientifico che ha sempre suscitato la curiosità degli uomini di scienza. Fino a un secolo fa, la convinzione era quella che tale temperatura rappresentasse un limite fisico invalicabile, oltre il quale non era scientificamente pensabile l’esistenza della materia. Intorno alla metà del ‘900 poi, il fisico statunitense Robert Dicke aveva teorizzato la possibilità di “oltrepassare” lo zero assoluto, condizione per cui la materia avrebbe cambiato completamente le proprie caratteristiche fisiche, raggiungendo la cosiddetta “super-radianza“. In questo stato, il materiale perde la propria suddivisione in atomi, e si comporta come un unico grande “super-atomo“, che acquista la capacità di emettere spontaneamente radiazioni.

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I risultati raggiunti in laboratorio hanno ampiamente confermato questa teoria quantistica. Mentre i ricercatori tedeschi avevano adoperato, durante i loro esperimenti, atomi di potassio, gli americani hanno utilizzato atomi di rubidio, appartenente alla classe dei metalli alcalini. Questi sono stati portati, mediante speciali laser, ad uno stato fisico chiamato “condensato di Bose-Einstein“, raggiungibile esclusivamente a una temperatura intorno allo zero assoluto; raffreddandoli ulteriormente poi, gli scienziati hanno finalmente ottenuto la materia super-radiante, di cui abbiamo accennato in precedenza. Questa scoperta, hanno dichiarato gli studiosi, potrebbe avere importanti sviluppi nel campo di dispositivi per la manipolazione di luce e materia.