L’asportazione chirurgica, infatti, è l’unica soluzione per trattare questa tipologia di tumore, che fortunatamente non innesca le pericolosissime metastasi, evitando così la diffusione nell’organismo. Benché confinato in un’area circoscritta, a causa delle sue dimensioni il liposarcoma può interessare diversi organi, e nel caso eccezionale del paziente bolognese aveva riorganizzato buona parte dell’anatomia della cavità ventrale, spostando pericolosamente porzioni intestinali, un rene e i vasi sanguigni, con serissimi rischi per la vita.
La delicata operazione chirurgica è perfettamente riuscita, e il quarantasettenne, che pur soffrendo da mesi di intensi dolori addominali aveva preferito non farsi visitare per paura di una diagnosi infausta, si trova ora ricoverato in terapia intensiva per il regolare decorso post operatorio. In base alle dichiarazioni della dottoressa Tonini, la cui equipe medica fa parte del reparto d’urgenza diretto dal professor Maurizio Cervellera, dopo le dimissioni il paziente emiliano potrà riprendere regolarmente la propria vita.
Nonostante i 13 chilogrammi di peso e il clamore generato in corsia, il tumore asportato al Sant’Orsola di Bologna non è stato il primo in Italia così “generoso” in termini di massa e dimensioni, dato che negli ultimi anni sono stati segnalati altri episodi a Roma, Brindisi e Venezia, con neoplasie record che avevano interessato anche ovaie, utero e mammelle. Ancor più eccezionali gli interventi chirurgici eseguiti recentemente in Messico ed Argentina, dove a due donne sono state rimosse impressionanti masse tumorali da decine di chilogrammi. In tutti questi casi, compreso quello del policlinico bolognese, il tumore asportato è stato consegnato ai laboratori di anatomia per essere accuratamente analizzato dagli esperti.