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Il Milan passeggia sulle ceneri nerazzurre: battuta l’Inter 3-0

Foto LaPresse – Spada. Coreografia e autori reti Milan

Sono Alex, Bacca e Niang a regalare i tre punti a Mihajlović. L’Inter gioca una brutta partita, soprattutto a centrocampo e il Milan, pur con un calcio poco spettacolare, riesce a imporsi e a regalare la più grande gioia della stagione ai suoi tifosi.

La cronaca della partita
Nella prima parte di gara è l’Inter a creare più occasioni, arrivando al tiro con Jovetic e con un colpo di testa del neoacquisto Eder. Il Milan però è in partita e soprattutto in mezzo al campo salgono in cattedra Montolivo e Kucka. Così per i rossoneri si aprono varchi e al 35’ sugli sviluppi di un calcio piazzato ci pensa Alex, con uno stacco imperioso, a portare avanti il Milan. Ottimo l’assist di Honda per la rete del difensore brasiliano. Si va quindi negli spogliatoi con i rossoneri in vantaggio per una rete a zero.

Il secondo tempo inizia con gli uomini di Mihajlović che gestiscono la gara, ma sono poco incisivi.
L’Inter va a fiammate e da una di queste nasce l’azione che porta al rigore di Icardi. Alex stende l’attaccante interista e per Damato è rigore. Dagli undici metri però l’argentino prende il palo e da lì in poi è il Milan a dominare. La Milano rossonera si infiamma e San Siro diventa una bolgia.
Prima Bacca sfrutta alla perfezione un assist al bacio di Niang e trafigge Handanovič. Poi lo stesso attaccante francese conclude un’ottima azione di Bonaventura ribadendo in rete il gol del tre a zero. Nel finale c’è spazio anche per Balotelli, che va vicino al 4-0.

Analisi
Molti dubbi e molti interrogativi per Mancini, tra l’altro espulso per proteste. Fare partire Icardi dalla panchina, per lasciare spazio a Jovetic, è una scelta azzardata, come del resto anche buttare nella mischia Eder dal primo minuto.
Per il Milan invece ottima prova. Grande partita di Kucka e Montolivo a centrocampo, ma in generale tutta la squadra non demerita. Mihajlović si gode un goleador letale come Bacca, lo spirito di sacrificio di Honda e soprattutto l’imprevedibilità di Niang e Bonaventura.