C’è chi scrive parole di elogio per Peppino Impastato, il protagonista di “I cento passi”, il film più visto di tutti i tempi dai giovani italiani; un ragazzo scrive sulla sua bacheca di Facebook: “L’unico figlio di mafioso che ancora oggi amiamo, che avremmo continuato ad ascoltare per anni e di cui avremmo letto i libri è Peppino Impastato, ma purtroppo non li ha potuti scrivere perché è stato ammazzato dalla mafia.”
Poi ci sono le librerie, la prima a Catania, che mostrano in vetrina un semplice cartello che racchiude un significato importante: quello di dire no a qualcosa che rappresenta la mafia.Una delle proprietarie della libreria catanese ha infatti affermato: “Io non ho bisogno di sapere da Salvatore Riina chi era Riina, lo sappiamo tutti cosa faceva. Sicuramente non mi servirà leggere questo libro per conoscere la mafia e sapere come va combattuta […].” Il gesto non si ferma: da Catania a Firenze, da Palermo a Lecce, da nord a sud, i proprietari delle librerie hanno voluto condividere l’idea: un segno che unisce l’Italia su un tema rilevante.