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No al libro di Salvatore Riina: ecco il gesto divenuto virale

È partita da una libreria di Catania l’iniziativa di affiggere in vetrina un cartello con su scritto: “Qui non né si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina.” Il figlio del boss, conosciuto come il “capo dei capi”, è stato recentemente ospite di un noto programma televisivo, lasciando dietro di sé una scia di polemiche. La sua partecipazione in televisione, durante la quale ha presentato il suo libro “Riina, family life”, non è stata vista di buon occhio da molti italiani. La notizia impazza sui social networks, tutti hanno qualcosa da dire in merito: c’è chi critica il presentatore nonché giornalista della trasmissione, altri invece continuano a richiamare alla memoria noti volti che hanno combattuto la mafia, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

C’è chi scrive parole di elogio per Peppino Impastato, il protagonista di “I cento passi”, il film più visto di tutti i tempi dai giovani italiani; un ragazzo scrive sulla sua bacheca di Facebook: “L’unico figlio di mafioso che ancora oggi amiamo, che avremmo continuato ad ascoltare per anni e di cui avremmo letto i libri è Peppino Impastato, ma purtroppo non li ha potuti scrivere perché è stato ammazzato dalla mafia.”

Poi ci sono le librerie, la prima a Catania, che mostrano in vetrina un semplice cartello che racchiude un significato importante: quello di dire no a qualcosa che rappresenta la mafia.Una delle proprietarie della libreria catanese ha infatti affermato: “Io non ho bisogno di sapere da Salvatore Riina chi era Riina, lo sappiamo tutti cosa faceva. Sicuramente non mi servirà leggere questo libro per conoscere la mafia e sapere come va combattuta […].” Il gesto non si ferma: da Catania a Firenze, da Palermo a Lecce, da nord a sud, i proprietari delle librerie hanno voluto condividere l’idea: un segno che unisce l’Italia su un tema rilevante.