La società ha preso nome dalla sua sede produttiva: un capannone ad Alameda, all’interno della Baia di San Francisco, che fino a qualche anno fa era una delle basi militari della Marina statunitense. E proprio la vista sul Golden Gate deve aver fornito l’ispirazione per l’ultima idea innovativa: realizzare una vodka ricavando l’acqua per la distillazione non dai rubinetti dello stabilimento ma dalla nebbia, elemento naturale che è diventato segno distintivo di San Francisco.
Il compito di catturare la nebbia è toccato a Chris Fogliatti, partner del team di Ricerca e Sviluppo di Hangar One. Fogliatti ha selezionato i luoghi in cui la nebbia è solitamente più fitta e più pulita, tra i quali Outer Sunset, Sobrero Bay, El Sobrante e Berkeley Holls. Per raccogliere la nebbia ha utilizzato alcune speciali reti hi tech, una rielaborazione di uno strumento tradizionalmente utilizzato dai contadini californiani per recuperare acqua in periodi di siccità. E’ nata così la Vodka Fog Point, prodotta con uve di un’azienda bio-dinamica locale.
Con il primo raccolto è stato possibile distillare una limited edition per un totale di 2.400 bottiglie. La rarissima vodka è andata letteralmente a ruba nonostante un prezzo di lancio non proprio modico (120 dollari a bottiglia). Il ricavato di questa edizione limitata è andato in beneficenza a favore di una Ong che si occupa della tutela e della conservazione delle risorse idriche negli Stati Uniti. Il prodotto sembra quindi aver riscosso un grande successo. Ma rimane un grande interrogativo: la vodka alla nebbia ha un gusto diverso dalla comune vodka?