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Geologi in allarme per il vulcano Marsili. “C’è il reale rischio di uno tsunami”

A circa un mese dal terremoto che ha devastato il centro Italia, i geologi italiani hanno dichiarato di essere preoccupati per il Marsili, un vulcano sottomarino attivo localizzato nel Tirreno tra Sicilia e Calabria. “Ha una natura esplosiva – hanno affermato – viste le sue dimensioni, un’eruzione violenta potrebbe provocare uno tsunami che in meno di 30 minuti colpirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia”. Sebbene sull’argomento ci siano molte opinioni discordi, su una cosa non ci sono dubbi: il Marsili è ancora attivo e, proprio come il Vesuvio a Napoli, può svegliarsi in qualsiasi momento.

L’allarme è stato condiviso durante l’assemblea generale dell’Associazione Italiana di Geografica e Geomorfologia (AlGeo), svoltasi nei giorni scorsi a Ceraso (Salerno). L’incontro è servito a sottolineare che in Italia, purtroppo, esiste una condizione di multi-rischio e che quindi bisogna considerare il rischio idrogeologico assieme a quello sismico e vulcanico e sismico. Su quest’ultimo argomento, il professore Francesco Dramis ha lanciato un vero e proprio allarme riferendosi al Marsili definendolo un “mostro che non può e non deve essere ignorato. Con i suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza, aggiunti ai 3000 metri in altezza (che lo tengono lontano dalla superficie del Tirreno solo di 450 metri), il Marsili è il più esteso vulcano d’Europa.

Lo scorso mercoledì mattina, è stata registrata una scossa di magnitudo 3.2 con epicentro proprio vicino al vulcano, seguita da altre scosse minori. Il sisma non è stata avvertito sulla terraferma dove fortunatamente non ha causato alcun disagio. La sua vicinanza con il Marsili tuttavia ha messo in allarme i geologi che tengono monitorata l’attività sismica della zona. “Per ora non c’è pericolo ma il rischio rimane alto – ha dichiarato il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli e dell’INGV – Il pericolo di una esondazione è reale”.