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Disturbo dell’attenzione: giovani a rischio se abusano di smartphone e tablet

Una nuova ricerca statunitense mette in evidenza ancora una volta come – soprattutto tra i giovani – un utilizzo eccessivo di smartphone, tablet e altri dispositivi digitali possa aumentare i rischi di andare incontro a disturbi di carattere neurologico. In questo caso, le attenzioni degli studiosi si sono soffermate sul disturbo dell’attenzione, riscontrando che i ragazzi che ricorrono troppo spesso alla tecnologia hanno una maggiore predisposizione a soffrirne.

Lo studio è stato effettuato presso l’Emotion and Addiction Laboratory dell’Università della California del Sud, ed è stato coordinato dal professor Adam Leventhal, docente di Medicina preventiva e Psicologia per il suddetto ateneo americano. Ebbene, stando ai test effettuati dal team statunitense, è emerso che i bambini e gli adolescenti che sono particolarmente attivi con smartphone e altri dispositivi tecnologici possono incorrere più facilmente nella Sindrome da deficit di attenzione e iperattività, meglio conosciuta anche con l’acronimo ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). In sintesi, si tratta di un disturbo nello sviluppo neurologico che si manifesta in fase evolutiva, e che va ad inficiare la sfera comportamentale dei giovani, andando anche a ridurre il volume cerebrale.

Gli studiosi statunitensi hanno condotto la ricerca prendendo in esame per due anni circa 2.600 ragazzi di età compresa fra i 15 e 16 anni, selezionati tra dieci scuole superiori di Los Angeles. In un primo momento, in realtà, erano stati scelti poco più di 4.000 adolescenti, ma poi il numero si è ridotto quando il professor Leventhal e i suoi collaboratori hanno deciso di escludere dai test dei giovani che già manifestavano dei problemi legati a disturbo dell’attenzione, concentrandosi esclusivamente sugli studenti che non avevano mai sofferto di questa sindrome.

Dopo aver chiesto ai ragazzi quanto tempo trascorressero abitualmente su 14 piattaforme digitali molto conosciute, li hanno divisi in tre gruppi distinti per le seguenti categorie: nessun utilizzo, utilizzo medio e utilizzo alto. Ogni 6 mesi gli adolescenti sono stati monitorati, mettendo a confronto le ore trascorse con dispositivi digitali ed eventuali sintomi da ADHD. Una volta terminate le rilevazioni, tutti i dati raccolti sono stati messi a confronto, stilando dei modelli statistici. Ebbene, tenendo conto dei loro risultati, gli studiosi hanno riscontrato che su 114 studenti che hanno fatto un uso medio della tecnologia, il 9,5% ha mostrato segni di deficit di attenzione e iperattività, mentre il disturbo è emerso su una percentuale del 10,5% nel gruppo dei 51 che sono soliti usare spesso smartphone, tablet e quant’altro. Invece, per quanto concerne i 500 adolescenti inseriti tra coloro che fanno ricorso poche volte o mai a questi dispositivi, il risultato è stato del 4,6% con sintomi da ADHD, un dato che rientra perfettamente nella media a livello nazionale.

Adam Leventhal, nel commentare gli esiti della ricerca da lui guidata, ha affermato che, naturalmente, non si può dare alcuna certezza assoluta sul “rapporto causa-effetto dello studio”, anche se ha aggiunto che si tratta pur sempre di dati statistici di un certo rilievo. Dunque, tenendo conto delle cifre in suo possesso, il docente ha dichiarato che sicuramente i giovani che hanno usato spesso i media digitali sono stati maggiormente esposti ai sintomi da disturbo dell’attenzione e iperattività.

Patrizia Gallina