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Doposbronza, i rimedi e i falsi miti secondo la scienza

Nausea, mal di testa, sete eccessiva, spossatezza: tutti (o quasi) conoscono gli effetti devastanti del doposbronza. Esistono rimedi per velocizzare la corretta ripresa del nostro organismo? La scienza ha cercato di rispondere a questo quesito che accomuna da generazioni gruppi di giovani con l’intenzione di fare baldoria il fine settimana.

E’ chiaro che il primo rimedio sarebbe quello di “astenersi”; ne sanno qualcosa gli astemi costretti a raccattare e prendersi cura degli amici ubriaconi. L’unica vera soluzione, quindi, sarebbe quella di bere alcolici con moderazione e buon senso. Capita, però, quella serata particolare in cui riuscire a contenersi è quasi impossibile. Non a caso, salta subito alla mente uno dei film che negli ultimi anni è visto come la commedia per eccellenza: “Una notte da leoni”, in inglese “Hangover”, ovvero letteralmente “qualcosa che incombe“.

Sorvolando le ragioni, presumibilmente legate ad un avvenimento felice, un po’ a tutti sarà capitato di vivere una notte da leoni in compagnia di simpatici amici pronti a tutto. Allora come riprendersi in fretta dalla sbornia? Tra le soluzioni più conosciute ritroviamo: bere molta acqua o caffè al mattino; c’è chi afferma sia meglio ricominciare a bere alcool già al risveglio perché mitigherebbe i postumi della sbornia; molti consigliano di fare una colazione abbondante e ricca di grassi o zuccheri.

Alcuni di questi suggerimenti, purtroppo, non hanno nulla a che fare con delle solide basi scientifiche. Innanzitutto è bene spiegare cosa succede all’alcool ingerito: l’etanolo filtra in tutto il corpo ed entra nella circolazione sanguigna così respiriamo fuori l’acool che giunge ai polmoni ed eliminiamo con le urine quello che arriva nei reni. La maggior parte, però, finisce la sua corsa nel fegato dove l’etanolo si converte in una sostanza velenosa chiamata acetaldeide. Fortunatamente, prima che riesca a fare danni, un enzima lo trasforma in acido acetico che finisce nella vescica.

Ritornando indietro nel tempo di molti secoli, Plinio il Vecchio asseriva che un rimedio alla sbronza fosse quello di mangiare uova crude di gufo. Le uova in generale contengono una sostanza, la cisteina, che aiuta nello smaltimento dell’etanolo. Nel I secolo D.C., Plinio aveva già trovato una reale soluzione naturale (forse per alcuni un po’ disgustosa).

Alcuni scienziati pensano che il doposbronza sia causato proprio dall’acetaldeide che provoca vomito, mal di testa, nausea e tutti gli altri postumi. Al contrario, Wayne Jones, specialista svedese in alcool e tossicologia, pensa che bere alcool allievi le conseguenze della sbronza; infatti afferma che il colpevole sia il metanolo e non l’etanolo. Jones ha dimostrato che per eliminare il metanolo l’organismo impiega 10 volte di più per trasformarlo in acido formico. Secondo lo studioso, sarebbe proprio questo acido a provocare i sintomi del post-sbornia. Continuare a bere il giorno dopo, quindi, peggiora solo la situazione perché introdurre nuovamente etanolo rallenta l’eliminazione del metanolo.

Un’altra conseguenza dell’assunzione eccessiva di alcool è la disidratazione. Le sostanze alcoliche, infatti, bloccano la produzione di vasopressina (un ormone antidiuretico) e il corpo comincia ad eliminare più acqua attraverso l‘urina. L’organismo cerca di espellere tutta l’acqua che trova, prendendola anche dal cervello: ciò causerebbe il tipico mal di testa. Si giustifica così il vecchio rimedio di bere molta acqua, soprattutto se lo si fa prima di andare a dormire.

Tra gli effetti più spiacevoli, infine, vi è la carenza di zuccheri. Il glucosio viene infatti eliminato con l’urina e il risultato è una sgradevole debolezza. Mangiare qualcosa di dolce non è una cattiva idea, ma non risolve in ogni caso gli altri sintomi della sbronza.

Non esiste, quindi, una soluzione a tutte le conseguenze causate dalla sbornia. Alcuni consigli sono quelli di mangiare molto, sia prima che durante la bevuta, di bere molta acqua prima di andare a dormire e di fare colazione il mattino seguente con una bevanda zuccherata.