Lo Stato ha mietuto due anziane vittime in nome di un eccessivo “buonismo” nei confronti delle popolazioni “non” italiane. Si chiamano Ermes Mattielli e Cloe Govoni i due personaggi “simbolo” di una giustizia italiana che, inutile nasconderlo, non funziona. L’ottantaquattrenne Cloe è morta ieri: non ha retto alle ripetute ed aggressive botte subite da due “bestie” di etnia romena entrate in casa dell’ex insegnante, benvoluta dalla sua comunità, per rubare una misera somma di denaro. Appena 90 euro, questo il bottino costato all’anziana signora e alla nuora 54enne- Maria Humeniuc, connazionale dei due assassini ed attualmente ricoverata in ospedale dopo esser stata atterrata da un pugno – una sequela infinita di calci, percosse, schiaffoni. Dopo due tentativi disperati da parte dei medici di salvarle la vita, la povera Cloe è stata costretta a capitolare alla violenza.
Qualche ora prima dell’esalazione dell’ultimo, sofferto respiro di Cloe Govani, il Veneto porgeva l’ultimo saluto ad Ermes Mattielli, ucciso da uno Stato che – oltre al danno di condannare ad una pena irrisoria i due ladri che gli penetrarono in casa in quel lontano 13 giugno 2006 – lo ha punito con una condanna “esemplare” per essersi difeso da un’irruzione molesta di due facinorosi a distanza di quasi 10 anni. Cinque anni e 4 mesi di carcere, più un’ammenda di ben 135 mila euro: questa la “punizione” inflitta ad Ermes, vittima di ripetuti furti che, nove anni fa, ha avuto solo l’ardire di difendersi, ferendo i suoi aguzzini, anch’essi – casualità – di etnia rom.
Non ha retto al dolore Ermes Mattielli: l’uomo è stato stroncato da un infarto, dopo esser stato colpito al cuore da una giustizia che ne ha calpestato diritti e dignità. Come se non bastasse, i parenti dei due criminali puniti con pochi mesi di detenzione – detenzione che, quasi sicuramente, non sconteranno mai in un penitenziario – hanno pensato di “brindare”, letteralmente, al decesso di Ermes. Lo Stato, non contento del male arrecato all’anziano, ha ben pensato, inoltre, all’ipotesi di “donare” la casa dell’uomo proprio ai due delinquenti come risarcimento del male arrecato loro da Ermes.
Non vi è mai fine allo squallore, sul quale ogni corrente politica “macina grano” a proprio piacimento. Ermes e Cloe diventano emblemi della guerra leghista contro lo straniero, sempre e comunque; i “renziani”, invece, vivono queste drammatiche situazioni quasi fosse una puntata de “Lo Zecchino d’Oro”, lanciando messaggi d’amore a profusione ad una Nazione i cui abitanti sono stanchi di vedersi “pestare i piedi” dalla sempre crescente ondata di immigrati, non sempre in cerca di salvezza nel Bel Paese. Un Paese che, diviso tra la “legittimazione” della pistola sotto il cuscino e la lotta alla “rinata” xenofobia, di bello comincia ad avere ben poco.