Disturbi antisociali: anomalie dello sviluppo cognitivo adolescenziale

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silhouette of youngster in hoodie standing in shadow against garage doors

Il disturbo della condotta adolescenziale non ha origini sociali, ma neurali: la scoperta apre nuovi percorsi di ricerca. Lo studio effettuato a Cambridge ha dimostrato che esso origina dall’alterazione dello sviluppo cognitivo tipico dai 13 ai 18 anni d’età. In collaborazione con l’Università di Southampton, sono stati estratti dalla popolazione locale 37 soggetti affetti da questo disordine comportamentale e 32 sani, che hanno fatto da gruppo di controllo. Tra coloro a cui è stato diagnosticato il disturbo, sono stati distinti i casi con esordio infantile da quelli con esordio tardivo, in piena adolescenza. Nei primi, è stata riscontrata una forte correlazione tra la presenza di patologia e lo spessore delle regioni cerebrali relative all’autocontrollo, interpretata come interruzione dello sviluppo cognitivo che avrebbe dovuto fornire loro maggiori risorse cognitive a freno dei comportamenti devianti che si manifestano nel disturbo della condotta.

Il secondo gruppo, che ha sperimentato questo disordine comportamentale solo dall’adolescenza in poi, è stato distinto dal primo in quanto è stata notata una significativa differenza nella struttura cerebrale rispetto a chi lo ha sperimentato per la prima volta già nell’infanzia. Infatti, rispetto ai coetanei sani, è stata riscontrata una correlazione significativamente minore tra spessore delle regioni cerebrali adibite al controllo e la presenza di patologia. Ciò si spiega con un normale sviluppo cerebrale durante l’infanzia e la preadolescenza, a cui ha seguito un’interruzione degli specifici ceppi causata da fenomeni ancora sconosciuti. Tale scoperta mette in discussione le teorie precedenti sull’origine del disturbo della condotta, che comunque non era stata accertata, e chiarifica le condizioni in cui esso si manifesta, circoscritte allo sviluppo cognitivo.