La notizia è giovane
Una donna cinese ha tagliato e ripetutamente pugnalato le dita, la testa, il viso e i genitali di bambino di 6 anni, lasciandolo poi in una pozza di sangue. Il piccolo era “colpevole” di averla disturbata mentre dormiva nella stanza a fianco perché voleva giocare.
Nella città cinese di Dongguan la fabbriche locali con catene di montaggio non vogliono assumere uomini perché ritenuti inaffidabili e preferiscono offrire lavoro solo alle donne. Questo fa sì che in città il numero delle donne superi notevolmente quello degli uomini, che lavorano poco e hanno hanno tempo libero da dedicare a più fidanzate. La sproporzione tra il numero di donne e di uomini ha fatto guadagnare a Dongguan il titolo di “città del sesso” dove, per gli uomini è “più facile trovare fidanzate che un lavoro”.
Un video choc sta girando in queste ore sui social media cinesi. La clip mostra una donna incinta, legata ad un palo con le mani dietro alla schiena, che viene brutalmente picchiata da una folla inferocita. La donna, nota come Ms Lu, sarebbe stata oggetto di un assalto così feroce e selvaggio perché, secondo i residenti, sarebbe una ladra abituale nel villaggio.
Un’altra spaventosa esplosione è avvenuta in Cina, nello stabilimento chimico-industriale Lijin, a sole due settimane di distanza dall’incidente avvenuto nell’impianto di Tianjin. L’esplosione è avvenuta nello stabilimento dopo le 23.30 locali, le fonti locali non hanno ancora rivelato la presenza di eventuali morti o feriti.
Un’operazione che ha coinvolto 14 province in cui sono state sequestrate oltre 100mila tonnellate di carne avariata pari 430 milioni di euro. La merce era stata comprata per essere subito rivenduta su internet o destinarla ai ristorante cinesi ed era stata congelata nel 1970.
