Governo, Renzi: “Avanti a testa alta”. Cgil: “Pronti a scendere in piazza”

Matteo RenziMatteo Renzi decide di fare il punto della situazione in merito alle scelte del suo governo, a tre giorni dal varo dei provvedimenti di Natale, e rispondere alle critiche tramite il social network Twitter. Nel primo tweet dice: “24 dicembre: svolta su Taranto, lavoro, delega fiscale, INPS mentre si chiudevano vertenze Termini Imerese e Meridiana” e subito arrivano i commenti da parte degli utenti del web.

Uno di questi, infatti, chiede di “dare precedenza ai progetti prima che alla scelta dei commissari e delle poltrone”. Matteo Renzi ha risposto dicendo: “Il progetto è serio ed è un progetto Taranto (cultura, porto, bonifiche, ospedale). Non solo ILVA”. Poi risponde anche alle critiche relativamente alla legge elettorale affermando: “Arriva arriva. A gennaio siamo in seconda lettura al senato, ormai ci siamo anche lì”. A chi lo incoraggia, invece, Matteo Renzi risponde: “Andiamo avanti a testa alta”. 

Renzi alla fine del Cdm

Le polemiche sul Jobs act voluto dal governo Renzi, però, non si placano anche se Angelino Alfano interrompe la striscia di critiche provenienti da Ncd: “Sono stati fatti passi avanti grazie a noi anche se manca la zampata finale”. Il vicesegretario Pd Debora Serracchiani, invece, afferma: “Cambiamo per i giovani, ma non siamo veloci come dovremmo. Tante resistenze, ma abbiamo fatto molto. Siamo determinati e presto ci sarà l’inversione di rotta”.

Lo scontro è iniziato in relazione ai licenziamenti collettivi: la Cgil continua ad opporsi nonostante il pericolo scampato dell’opting out, che prevedeva la possibilità per il datore di lavoro di superare il reintegro con un super-indennizzo. Per Susanna Camusso “questo contratto a tutele crescenti è un grande bluff. Si tratta solo di una monetizzazione crescente: ti licenzio anche ingiustamente, ti pago pure in modo crescente, quindi adesso taci, sembra voler dire. Di fatto, è l’abolizione dei contratti a tempo indeterminato. Siamo pronti a nuovi scioperi e a ricorrere all’Europa”. La Uil vuole avviare un percorso comune insieme a Cgil e Cisl, seppur quest’ultima ha osservato: “Il testo del Governo sul Jobs act è ancora migliorabile, in particolare per quanto riguarda le norme sui licenziamenti collettivi”. Dura invece la risposta del segretario della Fiom Maurizio Landini: “I sindacati continueranno nella lotta. Ci saranno altre iniziative. E non escludiamo nulla, né sul piano della mobilitazione, né sul piano dell’azione contrattuale, né sul piano dell’azione giuridica. Questo provvedimento fa riportare l’Italia al 1800. È inaccettabile”.