Evasione, 3% e norma Salva-Berlusconi: ecco cosa cambia

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Evasione – Depenalizzare i reati fiscali fino al 3% dell’imponibile: è questa la cosiddetta “norma Salva-Berlusconi” che ha messo il governo nell’occhio del ciclone. Così il premier Renzi ha deciso di rimandare l’attuazione della delega fiscale: “Noi ci fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone e dimostreremo che non c’è nessun inciucio strano”. Sergio Mattarella è stata eletto e l’8 marzo Silvio Berlusconi sconterà la sua pena: è giunta l’ora di ridiscutere l’articolo 19 bis della delega fiscale. Cosa rappresenta? Chi avvantaggia?
Partiamo innanzitutto dal contenuto della norma: il decreto esclude la punibilità di alcuni reati, compreso il reato di frode fiscale, “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato”. In pratica se un imprenditore evade fino al 3% del reddito soggetto a tassazione non verrebbe punito penalmente, ma subirebbe esclusivamente una sanzione amministrativa ed economica, che il governo intende raddoppiare.
Perché il governo vuole depenalizzare i reati di evasione fiscale? L’obiettivo è quello di trasformare i reati in multe pesanti, permettendo allo Stato di ottenere più soldi ed evitare i tempi lunghi dei processo penale. Tuttavia, questo si applicherebbe soltanto alle evasioni di piccola entità, entro il 3% dell’imponibile appunto. Il nodo centrale è rappresentato dalle fattispecie che rientrano in questa norma: inizialmente, infatti, il decreto escludeva dalla punibilità penale anche il reato di frode fiscale. Quindi, un conto è depenalizzare il reato di frode fiscale, un altro è depenalizzare chi fa errori in buona fede. Ed è proprio questa la linea che il premier Renzi indica per riformulare il decreto: “Sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma diamo corso al processo penale se non c’è buona fede. Berlusconi non c’entra niente ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede“. Berlusconi avrebbe potuto godere della depenalizzazione del proprio reato di frode fiscale, in quanto pari a meno del due per cento dell’imponibile. Secondo alcune interpretazioni giuridiche, la condanna subita al processo Mediaset dall’ex Cavaliere sarebbe stata cancellata e con questa anche tutte le conseguenze della Legge Severino, riconsegnando a Silvio Berlusconi piena agibilità politica.
Come verrà riformulata la delega fiscale? E’ probabile che il governo elimini la fattispecie della frode fiscale tra quelle dei reati a cui verrebbe applicata la soglia del 3%, oppure che la stessa soglia venga abbassata al 2%-1%. Matteo Renzi vuole, quindi, evitare processi penali per chi sbaglia in buona fede, non per chi evade in modo volontario e fraudolento. Naturalmente, chi sbaglia (anche se in buona fede), paga: per questo motivo, le sanzioni economiche saranno raddoppiate.

Renzi e il ministro Padoan