Roma presa d’assalto da ultras Feyenoord. L’ira di Marino

Feyenoord

 

Roma – Il sacco della Capitale nell’ era digitale. La partita di Europa League tra la Roma di Garcia e gli olandesi del Feyenoord verrà ricordata non tanto per le imprese dei 22 giocatori in campo all’ Olimpico ma anche, e soprattutto purtroppo, per il drammatico scempio compiuto da un vasto gruppo di facinorosi ed alcolizzati ultras olandesi. Un’ altra brutta pagina di calcio tifato è stata scritta nella serata di ieri: Roma è stata trasformata in un gabinetto pubblico, una discarica a cielo aperto dove si è trovato di tutto, dai palloncini con i colori del Feyenoord a cocci di vetro. Devastata la Fontana Barcaccia del Bernini, restaurata da poco grazie al generoso contributo di alcuni privati; deturpata Piazza di Spagna, dopo il raid dello scorso mercoledì sera degli hooligans olandesi a Campo dè Fiori; messi in fuga i commercianti capitolini, vittime di sfottò e di piccoli atti di bullismo da parte di coloro che si fanno chiamare, erroneamente, supporters del Feyenoord.
LA RABBIA DI MARINO. Letteralmente adirato il Sindaco di Roma Ignazio Marino, che non ha esitato ad apostrofare gli hooligans del Feyenoord dei “Barbari e dei violenti”. “Chi rompe deve pagare – attacca Marino – c’è bisogno che qualcuno si assuma la responsabilità: la squadra di calcio, o l’ Olanda”. Il Sindaco non riesce a contenere la rabbia, invitando l’ Ambasciata olandese a “Stracciare i passaporti a questi barbari, qui a Roma non li vogliamo”.  Il Primo Cittadino, preso di mira dall’ opposizione che ne chiede le dimissioni immediate, non si è limitato solo ad aggredire gli ultras del Feyenoord: lo sdegno di Marino è rivolto anche alla mancata organizzazione delle forze dell’ ordine romane. “Il Sindaco, anche della Capitale, non ha alcun potere sui Carabinieri, sulla Polizia, sulla Guardia di Finanza. Esiste una figura che si chiama Prefetto, che ha i poteri, conferiti dal Ministero dell’ Interno, per gestire la sicurezza e l’ ordine pubblico in una città. Non è certo il Sindaco che deve armare i cittadini”. Una vera e propria arringa, che però non contribuisce a placare le polemiche, mettendo sotto accusa anche gli organi di Polizia capitolina, che hanno forse peccato di impreparazione di fronte al raid evidentemente organizzato ad arte dai tifosi del Feyenoord.
RENZI: “ESEMPIO DI INCIVILTA'”.  “Quello che è accaduto a Roma è un segno di barbarie e inciviltà: noi non andiamo all’ estero a fare queste figuracce”: così il Premier Matteo Renzi ha commentato i fattacci di Roma, sottolineando anche che verranno effettuate indagini interne per scoprire eventuali responsabilità. Nel frattempo, i 28 arrestati tra gli ultras del Feyenoord hanno visto commutare la pena detentiva di 6 mesi in una maxi multa da 45 mila euro, che pagheranno – forse – comodamente seduti sul divano della propria abitazione: i facinorosi, infatti, verranno rimandati in Olanda, con buona pace di chi chiedeva ad alta voce una pena esemplare.
Mentre in Olanda la stampa fa “spallucce” dando minimo rilievo agli atti di vandalismo perpetrati dai tifosi del Feyenoord, dai Palazzi del Potere “arancioni” arrivano le prime – e forse tardive – scuse alla nostra Nazione. “Io sto con la Polizia, il calcio deve essere una festa dove non c’è posto per la violenza“, ha dichiarato il portavoce dell’ Ambasciata olandese Aart Heering. Sui fatti di Roma, Heering ha garantito piena collaborazione al popolo italiano. “Le autorità italiane possono contare sulla completa collaborazione e l’ impegno dell’ Olanda per far sì che i colpevoli vengano puniti”. Tacciono, invece, i vertici sportivi del Feyenoord. L’ unico a rilasciare una secca e forse inaspettata dichiarazione è il CT della squadra di Rotterdam Fred Rutten. “Non sono al corrente dei dettagli di quanto successo fuori dallo stadio – ha premesso l’ allenatore del Feyenoord – e quindi mi astengo dal fare commenti. Sono concentrato sulla partita, è quello il mio compito e la mia responsabilità”.
Quel che è certo, all’ indomani dell’ attacco degli hooligans del Feyenoord alla nostra Capitale, è che l’ Italia non è ovviamente preparata ad attacchi di nessun genere. La nostra Nazione è stata assaltata al cuore, quella Roma che è fulcro del potere politico, religioso e che rappresenta un polo artistico importante, troppo spesso trascurato. Cosa sarebbe successo se, al posto di una trentina di tifosi ubriachi ci fosse stato un gruppo di terroristi dell’ Isis? Una domanda alla quale forse è meglio non avere una risposta, oggi. 

Arresti tra gli ultras del Feyenoord