Dopo le pesanti offese rivolte ai rom, Matteo Salvini è stato denunciato dalla loro comunità, che chiede un risarcimento dei danni subiuti per la cifra di 5 milioni di euro. Il politico aveva proposto che tutti i campi rom fossero rasi al suolo con un preavviso di sei mesi, in modo da costringere i nomadi ad abbandonare la loro stabilità nel Paese e si spostassero verso terre più ospitali. Tali dichiarazioni da parte del leader del partito leghista ha attirato non solo l’ira dei rom stessi, ma anche della sinistra e della Chiesa, che non ha potuto pronunciarsi in altro modo se non contrario ad una proposta di questo genere. Così, la Corte europea di Strasburgo ha ricevuto la denuncia da parte della federazione Rom-Sinti, che ha anche offerto una visione piuttosto macabra di quanto avverrebbe se i politici della stessa opinione di Salvini acquisissero troppo potere. “Non escludo assolutamente un nuovo olocausto per rom e sinti”: queste le dichiarazioni del presidente dell’associazione, Davide Casadio, paragonando quest’ipotetico futuro all’epoca nazifascista ed al genocidio che ebbe luogo proprio in virtù di quelle posizioni politiche. “Oggi noi non esistiamo”, continua il portavoce della comunità nomade, “vogliamo essere partecipi nel fare le leggi, dare un contributo alla vita sociale e a quella civile.”