Non è certo una sorpresa che i politici abbiano la memoria corta. Tuttavia, facciamo fatica a credere che si tratti di pura dimenticanza o che il mondo politico si sia ravveduto delle proprie decisioni passate. La sensazione è che sia invece ipocrita convenienza. Era il dicembre 2011 quando l’allora governo Monti approvò il cosiddetto decreto Salva Italia. Sono passati quasi quattro anni dalla riforma delle pensioni del ministro Fornero, votata a larga maggioranza in Parlamento con il sostegno di Partito Democratico, Popolo delle Libertà e area centrista. Mercoledì 6 maggio la Corte Costituzionale ha bocciato la legge Fornero, che dal giorno successivo ha perso la propria efficacia. Il risultato? Un impatto sui conti dello Stato Italiano pari a 17 miliardi lordi di euro. Un macigno per il Governo Renzi, manna dal cielo per i suoi oppositori. Così, ecco che anche chi in Parlamento, nel “lontano” dicembre 2011, era presente e aveva votato a favore della legge Fornero, ora usa la sentenza della Consulta per attaccare il Governo.
Partiamo dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, oggi più combattivo che mai: “Se il governo limita i rimborsi fa un attentato alla Corte costituzionale perché verrebbe aggirata la sentenza: non vogliamo trucchi. Perseguiteremo questo cialtrone di Renzi tutti i giorni, non riusciranno a farla franca e se ci sarà un decreto daremo assistenza a tutti. Siamo disposti a offrire assistenza legale ai cittadini danneggiati dalla riforma del governo Monti e che ora rischiano di veder negati i loro diritti”. Come mai ai tempi Gasparri non ha mostrato tanto fervore contro l’approvazione della riforma? L’interrogativo sorge spontaneo.
Lo stesso vale per Giorgia Meloni, che nel 2011 militava proprio tra le fila del Popolo della Libertà. L’attuale leader di Fratelli di Italia oggi dichiara: “Il mio partito metterà a disposizione dei pensionati un pool di avvocati per fare tutti i ricorsi che serviranno se il governo non dovesse restituire i soldi che lo Stato deve loro dopo la sentenza della Corte costituzionale. Così come ha trovato e restituito i soldi ai pensionati d’oro quando la Consulta ha dichiarato incostituzionale il prelievo di solidarietà sulle loro pensioni, oggi lo Stato deve fare la stessa cosa con tutti gli altri cittadini italiani. Il governo ha il dovere di trovare i soldi per la gente normale”. Non era forse un dovere della deputata Meloni difendere i pensionati ed opporsi all’approvazione delle riforma Fornero? Molto meglio aspettare la sentenza della Corte Costituzionale, far finta di niente e attaccare il Governo di turno. Tuttavia, il vero coup de theatre arriva da Barbara Saltamartini: “Renzi e Padoan non giochino sulla pelle dei truffati dalla Fornero con la scusa delle regole imposte da UE. #giulemanidallepensioni”. E pensare che anche lei, il 16 dicembre 2011, votò a favore di quella legge che oggi definisce “truffa”. A volte ipocrisia e convenienza fanno perdere la memoria.