L’accordo tra Alexis Tsipras e la Troika sembra essere ad un passo. Lo spettro del Grexit ha fatto tremare le borse europee per diverse settimane e tutti sembrano essersi convinti della necessità di un compromesso: la Grecia non può uscire dall’Euro, l’Europa non può fare a meno della Grecia. Tuttavia, quali sono i contenuti di questo accordo? Si tratta ancora di voci, ufficiose ma non ufficiali, dal momento che un testo scritto (ancora) non esiste.
Le tanto auspicate riforme si muoverebbero lungo tre direzioni. Primo: bloccare le finestre di prepensionamento a partire da gennaio 2016. Da un punto di vista giuridico e sociale, il prepensionamento è una forma di ammortizzatore sociale che prevede la conclusione anticipata dell’attività lavorativa prima del raggiungimento dell’età di pensionamento. Dal punto di vista della Troika, tanti soldi che escono dalle casse dello Stato greco. Questa manovra consentirà una riduzione di spesa: ciò che verrà risparmiato sarà girato ai creditori.
Secondo punto: le aliquote Iva. La richiesta dell’Europa è quella di ridurle a due, mentre la posizione greca è di fissare tre aliquote pari al 6.5%, 13% e 23%. Il punto di incontro su cui lavora Tsipras è quello di mantenere tre aliquote, ma allo stesso tempo aumentare alcune imposte sugli alimenti e sugli alberghi. In pratica, più prodotti rientrerebbero nella fascia più alta e verrebbero quindi tassati al 23%. Tuttavia, questo intervento toccherebbe solo marginalmente farmaci ed elettricità.
Infine, rientrano nel piano salva-Grecia una serie di misure di solidarietà: una stretta sugli assegni previdenziali più alti e, soprattutto, prelievi fiscali per i cittadini greci che guadagnano più di 30.000 euro l’anno e le società che hanno utili superiori ai 500.000 euro. Inoltre, Tsipras apporrebbe misure fiscali permanenti pari al 2% del Pil (la richiesta dei creditori era del 2.5%) e sarebbe disposto a mantenere l’Enfia: tassa sugli immobili che lo stesso governo si era impegnato ad abolire già a partire da quest’anno.
Fonti ufficiali europee definiscono le proposte di Tsipras una “buona base” per superare l’impasse. Volge dunque verso il lieto fine la delicata questione greca. Tuttavia, il caso non può essere archiviato ma deve costituire un punto di riflessione e di partenza verso la costruzione di un’Europa politica, che non rappresenti gli interessi dei banchieri, che non si basi solo su numeri e parametri, distanti dalla vita dei cittadini europei. L’Europa ha un’anima che sicuramente comprende il mondo economico-finanziario, ma che non può e non deve coincidere con questo. Senza una profonda rivoluzione nel concetto stesso di Europa, quella della Grecia sarà solo una prima tappa verso la dissoluzione di un sogno politico e sociale.