Riforme, Renzi apre al listino: così il Senato torna elettivo

Senato elettivo
L’articolo 2 della legge costituzionale per la Riforma del Senato prevede l’elezione indiretta dei senatori. Il testo è già stato approvato alla Camera ed è ora al vaglio di Palazzo Madama. Tuttavia, secondo opposizione e minoranza del Partito Democratico, il nuovo Senato deve essere eletto direttamente dal popolo italiano. Matteo Renzi è sempre stato contrario, ma ora di fronte alla concreta possibilità di perdere la maggioranza è pronto a tornare sui suoi passi e ad accettare l’ipotesi di un Senato elettivo.

Come verrebbe ripristinata l’eleggibilità diretta dei senatori? Attraverso le leggi elettorali regionali. Infatti, queste dovranno contenere un listino che indichi i nomi di quei consiglieri regionali che verranno nominati senatori. Quando i cittadini saranno chiamati a votare per le elezioni regionali, sceglieranno il Presidente di Regione, i consiglieri regionali (fin qui nulla di nuovo) e quei consiglieri regionali che diventeranno senatori. Infatti, così come previsto dalla Riforma, il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci (ognuno scelto da una Regione) e 5 persone autorevoli nominate dal Presidente della Repubblica. Nessuno di questi riceverà uno stipendio per la propria attività da senatore.

Tuttavia, il premier Renzi non vuole modificare l’articolo 2 della riforma, perché questo comporterebbe un nuovo passaggio alla Camera per la sua approvazione definitiva. Come aggirare l’ostacolo? Semplice: inserendo la norma in altri due articoli, già modificati dalla Camera. Si tratta dell’articolo 10 sul procedimento legislativo oppure l’articolo 35, che riguarda il limite ai compensi dei consiglieri regionali. Così, continuerà ad essere il popolo a scegliere chi dovrà sedere sui seggi di Palazzo Madama.