L’abuso di caffeina si allarga anche ad adolescenti e bambini, sulla base di credenze e abitudini sbagliate: sempre più comuni i sintomi, che da rischio potenziale è diventato attuale. Gli studi condotti sugli Stati Uniti hanno rivelato che l’83.2% dei ragazzi intervistati assume caffeina regolarmente e che, nonostante la polemica scaturita dalle bevande a base di caffeina come gli energy drink, questi ricoprono solo l’1% delle fonti da cui la popolazione giovanile americana assumerla. La caffeina è un alcaloide presente in molti più prodotti di quanti pensiamo, ma è anche riconosciuta dalla scienza in qualità di psicotropo, ovvero sostanza capace di alterare l’attività neuronale, nel caso specifico essa lo fa stimolando più del dovuto i neuroni a trasmettere informazioni tra loro. I benefici di ciò sono indiscutibili, ma quantità eccessive possono portare a sintomi quali disturbi d’ansia, nervosismo, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, tremori, aumento della frequenza cardiaca e persino la morte, a seconda delle condizioni di partenza del soggetto in questione.
Infatti la Mayo Clinic, organizzazione no profit che ha curato il più recente studio sull’assunzione di caffeina da parte dei giovanissimi, ha stabilito che per un adulto in salute 400 ml sono da considerarsi una quantità giusta. Ovviamente, problemi cardiovascolari preesistenti sono un fattore di rischio, in quanto le sostanze psicotrope che aumentano l’attività cerebrale alterano anche la pressione arteriosa in salita. A bambini ed adolescenti invece bastano 100 ml per causare sintomi e fattori di rischio verso le problematiche di cui sopra. Lo studio ha mostrato che i giovanissimi statunitensi raggiungono anche gli 800ml di caffeina assunti quotidianamente, mentre dovrebbe essere consentito solo fino a 100 ml di caffè ed un divieto assoluto per i bambini di età inferiore. Qui il rischio aumenta, soprattutto per genitori poco attenti agli ingredienti dei prodotti preconfezionati: bevande gassate, cioccolatini e quant’altro di goloso lasciamo ingerire ai più piccoli in quantità esagerate. In merito a questi dati, anche l’Università Brescia dell’Ontario, in Canada, ha trattato la tematica ma riferita nello specifico al caffè e dal punto di vista sociale, indagando cioè le credenze e le rappresentazioni che hanno guidato il fenomeno dell’assunzione di caffeina verso risultati così allarmanti.
Il motivo principale sembra essere l’efficienza nello studio che si ottiene grazie alla caffeina, ma anche i modelli parentali che propongono l’assunzione della sostanza quotidianamente come abitudine o momento d’aggregazione familiare influiscono. Entrano in gioco anche i media e gli stereotipi intrecciati nel senso comune, gli sponsor di eventi, che servono su un piatto d’argento una soluzione immediata a molte problematiche di una vita affaticante, tuttavia tra gli adolescenti intervistanti è diffusa la consapevolezza sugli effetti negativi per la salute prodotti dall’abuso di caffè. Ciò non significa che la loro sia una scelta sia ponderata sul totale dei rischi, in quanto è comunque presente una varietà di lacune tra le informazioni possedute, che non permettono la chiara visione del fenomeno dalla giusta distanza e peraltro non è questa una peculiarità dell’età adolescenziale. I ricercatori hanno suggerito di sostituire la caffeina con una dieta sana e varia, nonché sufficienti ore di sonno: uno stile di vita che dovrebbe soddisfare la richiesta energetica giornaliera di un individuo medio, o almeno può farlo quando l’organismo non è sovraccaricato di richieste.