ITALIA – Si svolgerà il 17 Aprile il referendum abrogativo anti-trivelle per decidere se permettere alle trivellatrici presenti entro le 12 miglia dalla costa di continuare ad estrarre. Si tratta di 21 impianti già in azione, presenti nel raggio di 22 km dal litorale dove attualmente è vietato dalla legge costruirne di nuove. Il referendum non riguarderà i giacimenti petroliferi presenti sulla terra ferma e quelli oltre le 12 miglia (22,2 km).
Il quesito che verrà sottoposto agli italiani sarà: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Se vinceranno i SI le trivellatrici verranno smantellate, altrimenti, se vinceranno i NO potranno estrarre gas e petrolio fino alla fine dei giacimenti.
Votare SI
Durante la scansione dei fondali viene utilizzato l’air gun che, ferendo alcuni pesci e cetacei, indebolisce la fauna ittica. Inoltre, in Italia l’estrazione di petrolio e metano permette l’arricchimento solamente dei petrolieri che, a differenza del resto del mondo, pagano solamente il 7% di tasse su ciò che estraggono.
Questa operazione non smantellerebbe le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano ma si limiterebbe a fermare l’estrazione solamente di quelle più vicine alla terra ferma.
Votare NO
Durante il 2014 l’Italia ha importato da Algeria, Libia e Russia più di 54 milioni di tonnellate di petrolio. Per questo, per i fautori del no, avere fonti energetiche nazionali e non estere permetterebbe al paese di essere al riparo da crisi internazionali. La chiusura di questi impianti provocherebbe la perdita del posto di lavoro per molti italiani e la perdita di investimenti da parte dei petrolieri.
Durante il referendum sarà necessario raggiungere il quorum, come previsto dall’articolo 75 della costituzione italiana, per dichiarare valida la votazione. Saranno attesi alle urne un minino del 50 per cento degli aventi diritto al voto.