Ormai è ufficiale: per le prossime elezione Comunali e per il Referendum sulle riforme istituzionali si voterà in una sola giornata, cioè di domenica. La decisione è stata presa dopo la valanga di polemiche che si sono susseguite in questi giorni. Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, in consiglio dei ministri, ha infatti dichiarato: “Avevo proposto l’estensione del voto sia al lunedì di questo turno amministrativo che a quello della consultazione referendaria, e ovviamente per tutte le elezioni a seguire, per andare incontro a una istanza che mi veniva rappresentata da più parti e cioè di ampliare la partecipazione al voto e ridurre i rischi di astensione dalle urne”.
L’esigenza di prolungare le elezioni Comunali e il Referendum anche nella giornata di lunedì era stata proposta persino dalle opposizioni che successivamente hanno deciso di attaccare il governo, come afferma il Ministro Alfano, “su presunte paure presenti e future”. Davanti a queste polemiche strumentalizzate e di carattere pretestuoso, si è quindi arrivati alla conclusione di lasciare le cose così come stanno indicando la domenica come unico giorno utile per le votazioni.
La controversia è nata perché prorogare di un ulteriore giorno le elezioni comporterebbe dei costi elevati oltre al fatto che alcuni partiti di opposizione hanno visto in questa iniziativa delle strategie occulte da parte del governo attuale. Al contrario di chi sostiene che la spesa in più per votare anche di lunedì ammonterebbe a 120 milioni di euro, Alfano ha invece dichiarato che la somma sarebbe stata di circa 5 milioni per le Comunali e di 18 milioni per quanto riguarda il Referendum.
Per le Comunali si vota, quindi, solo domenica 5 giugno: i comuni chiamati a votare sono 1.343. Alle urne andranno i cittadini di 26 capoluoghi, tra cui 7 di regione: Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Si vota con una sola scheda, su cui sono presenti i nomi dei candidati sindaco e delle liste che li appoggiano. Votando il sindaco, si vota la lista che lo appoggia. Si possono esprimere due preferenze.
Per il Referendum, invece, si voterà ad ottobre 2016: con esso tutti i cittadini italiani sono invitati a confermare o a rifiutare le modifiche costituzionali del ddl Boschi che prevede “il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.