SIRIA – Sono stati uccisi dagli uomini del commando cinque giornalisti di origine siriana con “l’accusa” di aver fatto domande alla popolazione, indagando così sulla situazione del paese. Il tutto è rappresentato in un video diffuso in rete, nel quale si vedono le esecuzioni dei cinque attivisti.
Il video, intitolato “Ispirati dal Diavolo” e prodotto dalla “Provincia Deir el-Zor” del Califfato, inizia con la recita di alcuni versi del Corano seguita dalla comparsa dei cinque accusati e dalla loro esecuzione. I cinque giornalisti vengono così uccisi in cinque differenti modi, dalla decapitazione allo strangolamento e alle scosse elettriche, senza che nessuno proferisca parola riguardo alle motivazioni o alle accuse. L’unica loro colpa resterà quella di aver chiesto alla popolazione siriana cosa ne pensava della presenza di combattenti stranieri nell’Isis.
Le vittime
Samer Mohammed Abbud, 33enne di Deir el-Zor, direttore di un sito news che si occupa di news sulla guerra è stato decapitato con un coltello.
Sami Jawdat Riah, 28enne della stessa città, giornalista della città da prima della comparsa degli uomini dell’Isis è stato ucciso dallo scoppio di un ordigno inserito nel suo computer, che gli è stato appeso al collo.
Mahmoud Shaaban Haj Khidr, corrispondente della radio locale “Al Aaan” è stato ucciso utilizzando fortissime scosse elettriche.
Mohammed Maruan al Issa, attivista con evidente disabilità motoria è morto dissanguato dopo essere stato accoltellato ripetutamente al collo.
Mustafà Hassah, attivista locale e collaboratore di Human Rights Watch, è stato ucciso dall’esplosione di un ordigno inserito nella sua macchina fotografica, che le è stata appesa al collo.