Il sistema immunitario controlla il comportamento sociale: lo studio

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Il sistema immunitario esercita un serio controllo sulla socializzazione, è un tratto adattivo dovuto al nostro istinto di sopravvivenza: lo studio che lo ha dimostrato conferma una teoria risalente agli anni ’70 e rivaluta il legame tra cervello e le difese fisiologiche, finora ritenute solo lievemente influenti sull’attività neurale. Il primo a teorizzare qualcosa di simile fu Robert Ader, grazie al quale nacque la psiconeuroimmunologia, che studia proprio questo tipo di correlazione, ma solo di recente ne sono arrivate autentiche prove. Ne è un esempio uno studio dell’anno scorso, in cui i ricercatori della University of Virginia School of Medicine scoprì un importante collegamento cellulare tra le meningi, che rivestono il sistema nervoso centrale, ed il sistema linfatico, protagonista nella difesa immunitaria contro infezioni.

L’autore di quello studio, Jonathan Kipnis, presidente nel Dipartimento di Neuroscienze della stessa università, è anche autore di quest’ultima scoperta, basata principalmente sul ruolo dell’interferone gamma: una proteina coinvolta nella risposta immunitaria a virus, batteri e parassiti. Per capire se e come essa potesse davvero esercitare un controllo sul comportamento sociale, sono stati geneticamente modificati alcuni animali, tra topi, ratti, mosche e pesci zebrati. In particolare nei topi è stata notata una significativa riduzione della socialità ed un aumento esponenziale dell’iperattività, dopo che l’attività della suddetta proteina era stata del tutto bloccata nella loro attività cerebrale. Una volta reintrodotta, invece, le cavie hanno ricominciato a cercare interazioni sociali con l’ambiente e l’attività cerebrale generale è tornata normale.

Secondo Kipnis, vi sarebbe una ragione di richiamo antropologico a spiegare questo vero e proprio controllo esercitato dalla funzionalità/inibizione delle risposte immunitarie alle malattie infettive sul comportamento sociale. La letteratura ha già confermato quanto l’interazione sociale sia una componente necessaria alla sopravvivenza della specie, in quanto incoraggia l’alimentazione, la difesa personale, la riproduzione sessuale, ma sfortunatamente è essa stessa anche un’occasione di contagio di virus, parassiti, batteri. Paradossalmente l’elemento costitutivo della vita umana è in ugual misura minaccia di morte. A questo punto della ricerca psiconeuroimmunologica, si tratta di capire se ci sia o meno bilateralità nel controllo immunologico-sociale: secondo l’autore Anthony J. Filiano, patologie psichiatriche e neurologiche sarebbero la causa tanto di disfunzionalità sociali, quanto dell’indebolimento delle difese immunitarie, ma serviranno ancora nuove conferme.