L’Islam raccontato con un sorriso ma senza superficialità
È il film del momento, protagonista un tema caldissimo e più attuale che mai che la regista iraniana naturalizzata francese, Sou Abadi, ha voluto raccontare con pungente ironia come riflessione sugli orrori del fanatismo. Due sotto il burqa ha come protagonisti due giovani studenti innamorati che vivono a Parigi, la cui vita sentimentale è sconvolta dall’arrivo del fratello radicale di lei. Il fidanzato, pur di continuare a vederla, studia il Corano, indossa il niqab, e si presenta a casa della fidanzata fingendo di essere Sheherazade, una giovane donna bisognosa di lezioni. Il piano prende una svolta imprevista quando il fratello finisce per innamorarsi della misteriosa “studentessa” e la chiede in moglie.
“Ho scelto la commedia perché forse da una risata può nascere una riflessione più attenta”
La regista iraniana tiene a specificare che Due sotto il burqa non è un insulto alla religione islamica ma una critica nei confronti dei fondamentalisti che avrebbero, a suo dire, bisogno di una vera e propria rieducazione alla vita. Il focus del film è incentrato sulla difficoltà di molti giovani musulmani a socializzare, ostacolo che molti cercano di superare vedendo nella moschea l’unico luogo in cui potersi integrare. Non tutti hanno colto il messaggio: la regista ammette infatti che sono stati molti gli insulti e le minacce fatte a lei e al cast.
Un omaggio all’Italia, Fellini emblema della libertà
Sou Abadi, presente nei giorni scorsi a Roma, ha ammesso che i suoi genitori sono da sempre fan del cinema italiano. Non a caso Due sotto il burqa racchiude più elementi del cinema nostrano. In particolare “La Dolce Vita” di Fellini è descritta come metafora di libertà e audacia, messaggi potenti e gridati a voce alta nel film. Da non perdere!