Animali

Animali come incubatori: organi di trapianto in evoluzione

Usare corpi animali come incubatori di organi umani: questo l’obiettivo di un gruppo di scienziati californiani che ha creato gli ibridi, embrioni di maiale contenenti staminali umane. Nel giro di un anno è stato possibile svolgere gli stessi sperimenti anche in embrioni di pecora. Questi ibridi, distrutti in fase precoce, hanno aiutato la scienza a capire come le cellule umane e quelle animali interagissero. Lo studio del Salk Institute for Biological Studies sollevò parecchie preoccupazioni etiche legate alla possibilità di fallimento degli esperimenti.

La prima sperimentazione messa in atto è stata quella denominata “Incrocio“: le cellule staminali umane sono state introdotte in embrioni animali ancora ai primi stadi, ottenendo così 2.000 ibridi fatti crescere fino a 28 giorni, poi ne è stato fermato lo sviluppo. La seconda sperimentazione è stata “La seconda chimera” in cui sono stati inseriti staminali di ratto in embrioni di topo in cui mancavano geni cruciali per la formazione di determinati organi. Risultato? Nel corpo animale, solo una cellula su 100.000 risulta essere umana.

A seguito delle più recenti sperimentazioni in embrioni di pecora, troviamo la percentuale aumentata di 10 volte, ovvero 1 su 10.000, avanzamento non poco rilevante, specialmente avendolo ottenuto nel giro di un solo anno. Tante le strade per la creazione di organi da sfruttare nell’ambito della medicina dei trapianti ma per il momento parliamo esclusivamente di esperimenti non riusciti.

Più esperimenti vengono effettuati, più sono gli animali sacrificati. La scienza e il suo tentativo di progresso hanno sempre dovuto far fronte a questi ostacoli che oggi aumentano, alimentati dalla preoccupazione di poter trovare, un domani, animali (in questo caso topi, maiali o pecore) dotati di gameti umani o ancor peggio, dotare, con questi esperimenti, gli esseri di capacità cognitive tipiche della nostra specie, a seguito di tessuti umani finiti in cervelli animali. Tante le preoccupazioni e nessuna da scartare, dicono gli esperti. Ci sarà ancora molto da discutere e tanti dubbi da eliminare.