Gli agenti di Napoli hanno denunciato 7 persone e una è stata arrestata per pedopornografia online.
Tra le accuse detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico.
Le indagini, coordinate dalla polizia postale e dirette dalla procura di Napoli nell’ambito di una cooperazione internazionale, sono scattate dopo una segnalazione da parte delle forze dell’ordine canadesi.
La denuncia riguarda uno scambio di materiale pornografico prodotto con lo sfruttamento sessuale di minori, avvenuto su un’app di messaggistica istantanea.
Gli accertamenti esperiti attraverso l’analisi delle tracce informatiche hanno consentito di identificare i 7 autori dei gravi fatti di reato oggetto di indagine.
Tutti residenti nelle provincie di Napoli, Roma e Foggia.
Sequestrati numerosi dispositivi con immagini e video relativi ad abusi e violenze su minori durante le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati.
Le indagini
Le indagini, coordinate dal Servizio Polizia postale e delle comunicazioni di Roma (Cncpo) e dirette dalla procura di Napoli, nascono nell’ambito di una cooperazione internazionale.
Il tutto nasce da una segnalazione del collaterale canadese. Gli investigatori, inoltre, hanno arrestato un cittadino straniero residente in provincia di Cosenza, per detenzione di materiale pedopornografico reperito online e scambiato con altri utenti.
Tutto il materiale è posto sotto sequestro.
Sequestrati anche i dispositivi attraverso i quali avveniva lo scambio di video e foto, tutti con soggetti minori sottoposti a violenze ed abuso di vario genere.
Il reato di pedopornografia online
Negli ultimi dieci anni si è assistito ad un significativo incremento della condivisione e vendita di materiale pedopornografico online, causato dall’utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie, che ne hanno facilitato la moltiplicazione.
Sebbene tali immagini si trovino nel dark web, negli ultimi anni si è assistito a una rapida diffusione delle stesse anche attraverso canali più accessibili quali Telegram, Whatsapp e Facebook.
I numeri e le statistiche delineano una situazione critica. Secondo il report annuale del 2019 della Internet Watch Foundation, su un totale di 260.426 segnalazioni ricevute, 132.730 contenevano materiale pedopornografico.
Il 25% in più rispetto all’anno precedente, di cui il 34% raffigurante bambini tra i 7-10 anni e il 48% tra gli 11-13.
Inoltre, il 20% delle immagini riproduceva stupri e torture sessuali, per lo più ai danni di bambini di età inferiore ai dieci anni e ai neonati.
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