Il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Calcio, Antonio Conte, è stato interpellato come testimone nella vicenda calcioscommesse dal tribunale di Bari in merito a due partire di Serie B Bari-Treviso e Salernitana-Bari che, secondo la Procura, vendute per un totale di 220mila euro. “Cristian Stellini era con me alla Juventus quando vennero fuori le notizie sull’indagine barese. Mi disse che voleva parlarmi di qualcosa che era successo tempo prima, a Bari, durante la partita con la Salernitana, ma io gli dissi che non volevo sapere niente e di andare via. Poi lui di dimise”, ha detto il ct durante l’udienza.
Il riferimento all’episodio con Stellini, che nella vicenda calcioscommesse ha patteggiato la pena ad un mese per concorso in frode sportiva, riguarda in particolare la partita Salernitana-Bari del 23 maggio 2009 finita 3-2 per la squadra campana. Erano assenti, invece, altri due citati in giudizio: l’ex direttore sportivo Giorgio Perinetti e l’ex giocatore del Bari Andrea Ranocchia, ora difensore dell’Inter, che saranno ascoltati il prossimo 25 settembre.
“Subentrai a Materazzi e trovai il Bari in zona retrocessione. Quella stagione (2008-2009, ndr) si concluse con la squadra che, dopo un bellissimo percorso, fu addirittura giudice della promozione, favorendo di fatto il Bologna nella salvezza perché prima pareggiammo a Bologna e poi vincemmo a Lecce”, ha affermato Antonio Conte durante il processo per il calcioscommesse. “L’unica stranezza che ricordo – ha detto Conte – è la vicinanza dei tifosi che premevamo per favorire la Salernitana e anche durante la partita i nostri tifosi esultavano anche quando segnava la squadra avversaria”. Antonio Conte ha spiegato che “prima della partita cercai di dare motivazioni importanti per giocare. Avevamo fatto un percorso straordinario e volevamo mantenere la testa della classifica sollevando la coppa della serie B. Avevo anche parlato ai giocatori del gemellaggio dicendo che non doveva interessarli. E infatti – conclude Conte – fu una partita molto garibaldina, si giocò a viso aperto. L’impegno fu buono”.