“Il popolo deve prendere il potere. Voi deciderete con il vostro voto chi è in grado di dare speranza”: sono queste le parole con cui Alexis Tsipras ha accompagnato ad agosto le proprie dimissioni. E domani, domenica 20 settembre, il popolo greco è chiamato alle urne, a meno di otto mesi dalle elezioni dello scorso 25 gennaio che avevano visto vincere Syriza con il 36% delle preferenze. Dal baratro del Grexit al discusso accordo con i creditori internazionali, passando per il referendum popolare: sono stati mesi turbolenti per il governo Tsipras, di “eccessi ed errori”, come definisce lo stesso leader di Syriza.
19 partiti in corsa con una soglia di sbarramento al 3%, da superare per poter conquistare almeno uno dei 300 seggi del Parlamento greco. I due grandi sfidanti sono Alexis Tsipras e Vangelis Meimarakis, leader dei conservatori di Nea Dimokratia. Gli ultimissimi sondaggi danno Syriza in vantaggio, ma la distanza tra i due partiti è minima. Secondo lo studio dell’università di Salonicco per Skai tv, Syriza si attesterebbe al 31% contro il 28% di Nea Dimokratia. Invece il sondaggio Gpo per Mega tv vede Tsipras al 28,5%, incalzato al 26% dal partito di destra. E’ alta l’ipotesi che si debba formare un nuovo governo di coalizione: infatti, alle scorse elezioni Tsipras con il 36% dei voti non era riuscito ad ottenere quei 151 seggi che rappresentano la maggioranza assoluta.